Arrestati i vertici della Rea
«34 milioni finiti in Lussemburgo»

I vertici della Rea, la società del gruppo Green Holding che gestisce l’inceneritore di Dalmine, sono stati arrestati – e si trovano ora ai domiciliari – nell’ambito dell’inchiesta della procura di Latina.

L’inchiesta ha fatto luce su presunte irregolarità milionarie nella gestione dei fondi pubblici da destinare a bonifiche e che sarebbero invece finiti in società con sede in Lussemburgo. Sarebbero coinvolti sei dirigenti.

Si parla di qualcosa come 34 milioni di euro: denari pubblici che dovevano servire alla bonifica cosiddetta «post mortem» della discarica di Borgo Montello, appunto in provincia di Latina, di proprietà della Indeco Srl, società controllata al 100% dalla Green Holding Spa e che, a sua volta, controlla il 14,79% della Rea di Dalmine, per il restante 56,62% controllata direttamente dalla stessa Green Holding Spa e per il 29,59% dalla Gea Srl, a sua volta controllata al 100% dalla società capogruppo con sede a Segrate, nel Milanese.

Ebbene, secondo la procura di Latina i soldi destinati al colosso dello smaltimento dei rifiuti tramite la Indeco – vale a dire 13,9 euro per ogni tonnellata di rifiuto da accantonare nei bilanci per quanto la discarica sarà chiusa – sarebbero invece finiti, nel corso degli anni, prima nelle casse della stessa Green Holding, ma pure della controllata Rea Dalmine Spa, e poi a tre società di diritto con sede in Lussemburgo.

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