Aste truccate per gli appalti: rinviati a giudizio 44 imputati, 88 prosciolti, un patteggiamento

Associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta: questa l’accusa che, dopo due anni e mezzo di indagini (dai primi mesi del 2002 a metà 2004) aveva portato il pubblico ministero bergamasco Angelo Tibaldi a chiedere il rinvio a giudizio, a vario titolo, di 133 persone, con il coinvolgimento di 77 imprese, delle quali 23 bergamasche.

Già un mese fa tre imputati erano stati assolti, oggi nell’udienza preliminare davanti al gup, un imputato ha patteggiato la pena, 44 sono stati rinviati a giudizio, 85 prosciolti.

L’inchiesta era partita da una verifica fiscale e affidata al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, che portò a galla un sistema grazie al quale una serie di aziende riusciva ad aggiudicarsi i bandi di concorso per la realizzazione di opere pubbliche, in particolare lavori stradali. Il metodo era quello, in sostanza, di presentare più offerte differenti fra loro per pochi soldi (in genere era una sola persona, secondo gli inquirenti, a preparare le buste con i prezzi): in questo modo si riusciva a pilotare il valore medio di riferimento dell’appalto, aumentando le possibilità di avvicinarsi a quest’ultimo e, quindi, di aggiudicarsi i lavori.

Otto i bandi di concorso contestati, poiché sarebbero stati assegnati grazie ad accordi pregressi tra cartelli d’imprese, ai vertici dei quali c’erano le società più importanti.

(28/04/2005)

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