Bar e ristoranti, turno di chiusura non più obbligatorio

Ma l’ipotesi lascia molte perplessità fra gli operatori: «Solo chi ha molti dipendenti – dice Pino Capozzi, presidente dei ristoratori bergamaschi – può permettersi di tenere aperto nonostante i turni di riposo»

Il Comune ha deciso: bar e ristoranti potranno aprire sette giorni su sette. Il turno obbligatorio di chiusura settimanale viene così abolito, dopo la sperimentazione di un anno avviata nel 2001. L’ordinanza è stata firmata ieri dall’assessore al Commercio Fabrizio Antonello, che nei giorni scorsi ha raccolto i pareri favorevoli di associazioni di categoria e associazioni dei consumatori. I titolari dei locali pubblici potranno comunque liberamente scegliere di mantenere inalterato il giorno di chiusura settimanale: in questo caso, recita l’ordinanza, dovranno esporne l’avviso in vetrina. E restano da rispettare i diritti dei dipendenti di usufruire dei giorni di riposo previsti dai contratti.

È su questo fronte che per i titolari degli esercizi pubblici sorgono le difficoltà. «Solo chi ha molti dipendenti – dice Pino Capozzi, presidente dei ristoratori bergamaschi – può permettersi di tenere aperto nonostante i turni di riposo». L’Ascom non si dice contraria, ma il direttore Enrico Sarti avverte: «Il nostro consiglio resta quello di mantenere i turni di chiusura. Tutti hanno diritto a un giorno di riposo».

(17/10/2002)

Su L’Eco di Bergamo del 17 ottobre 2002

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