Bas, l’ultima carta contro Brescia: un referendum

Voto contro voto. Questa la strategia che sta prendendo piede in chi si oppone alla fusione per incorporazione di Bas in Asm Brescia, il cui avvio è stato deliberato da Palafrizzoni. Già mercoledì il Consiglio d’amministrazione di Bas ha approvato il tutto, mentre ieri è stata la volta di quello di Asm: ora si entrerà nel dettaglio dell’accordo, e qui ci sarà materia di discussione, soprattutto dal lato di Palafrizzoni. Ma dietro le quinte si sta facendo strada l’ipotesi di rimettere il giudizio finale sulla fusione ai cittadini di Bergamo, con il più classico degli strumenti: un referendum.

Una voce cominciata a circolare già nelle ore immediatamente successive al voto di Palafrizzoni in ambito Cisl, con l’obiettivo di realizzare una consultazione popolare che non fosse marchiata di questo o quel colore politico. La palla è però rapidamente passata al centrodestra, che ha cominciato a discutere dell’eventualità già prima di Natale, e che in questi giorni prenderà una decisione. Lo conferma il capogruppo a Palafrizzoni, Gianfranco Ceci: «Stiamo studiando lo Statuto per capire quali siano i margini di manovra, a breve prenderemo una decisione».

Nella fattispecie, la materia referendaria è oggetto delll’articolo 65 dello Statuto di Palafrizzoni, che così recita: «Il sindaco indice referendum su richiesta del Consiglio o della Giunta, nelle materie di rispettiva competenza o su richiesta di almeno il 3 per cento dei cittadini elettori nel caso di referendum consultivo e di almeno il 5 nel caso di abrogativo». Quindi tra 2.500 e 4.000 firme, secondo il tipo di referendum scelta, anche se nel caso in questione non resterebbe che quello abrogativo.

Ma c’è un passaggio che va affrontato in pura punta di diritto, quello che non ammette consultazioni «per la costituzione di aziende speciali, istituzioni e società per azioni». Il quesito è: come va inquadrata la fusione Bas? La posizione prevalente è quella dell’estinzione della persona giuridica (ai sensi del 2504 bis del codice civile). In pratica Bas si estinguerebbe e Asm subentrerebbe nel sistema dei rapporti giuridici come se fosse una successione: quindi niente costituzione ex novo, anche se su questo punto si annuncia battaglia.

In attesa di dipanare la matassa, bisogna trovare 100 promotori che presentino il quesito ad un’apposita commissione costituita dal segretario generale, dal suo vice e dal legale di Palafrizzoni che, entro 20 giorni, deve dire la sua. In caso di referendum ammissibile, scattano 60 giorni per raccogliere le firme: trascorsi questi, altri 20 per dichiarare valida o meno la richiesta e in caso affermativo altri 20 entro i quali il sindaco deve indire il tutto. La votazione si tiene da lì a 12 mesi, e nel frattempo «l’indizione del referendum non comporta sospensione dell’adozione di deliberazioni o determinazioni sulla materia in oggetto». Ma per chi non vuole andare con Brescia resta l’ultima arma, anche perché «l’esito della votazione è vincolante per il Comune». Parola di articolo 11 del regolamento sulla partecipazione.

(28/12/2004)

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