Benzinaio ucciso a Lecco, fermati due giovani

Svolta nell’omicidio del benzinaio lecchese, Giuseppe Maver, ucciso lo scorso 25 novembre in un tentativo di rapina: i presunti autori del delitto sono stati fermati dai carabinieri del comando provinciale di Lecco. Giuseppe Maver, 61 anni di Calolziocorte, era stato ucciso sotto gli occhi della moglie, davanti alla sua stazione di servizio Tamoil di corso Bergamo, sulla statale Lecco-Bergamo, al confine con Vercurago. Il benzinaio, quando i due malviventi lo avevano avvicinato per rapinarlo, era fermo vicino alle colonne di erogazione. Giuseppe Maver è stato ucciso con un colpo sparato da distanza ravvicinata da uno dei banditi ad un suo accenno di reazione. Subito dopo i due aggressori erano scappati a piedi nel centro cittadino facendo perdere le loro tracce.

Durante la conferenza stampa organizzata questa mattina dai carabinieri di Lecco, si è appreso che i due arrestati sono due ragazzi di 17 e 18 anni, entrambi lecchesi: i due giovani hanno confessato l’omicidio. Su di loro si era concentrata negli ultimi giorni l’attenzione degli investigatori che avevano scandagliato tutti gli ambienti di criminalità del Lecchese. Il comandante provinciale dei carabinieri di Lecco, il colonnello Michele Di Santo, non è voluto entrare nel dettaglio dell’operazione che ha portato al fermo dei due giovani, limitandosi a dire che si è trattato di «un lavoro di intelligence» e che «é stato un lavoro di tutti i carabinieri, oltre che del pool che si è costituito su disposizione del comandante regionale». Al momento, dei due arrestati si sa che si tratta di un operaio 18enne che vive a Lecco, mentre il minorenne, di 17 anni, è di Malgrate e lavora saltuariamente. Quest’ultimo, ieri pomeriggio, accompagnato dalla madre e da un avvocato, si è presentato al comando provinciale dei carabinieri dove, davanti ai magistrati, ha confessato. Anche l’altro fermato ha successivamente confessato l’omicidio: sul caricatore della pistola, trovata sul luogo del delitto, c’era infatti un’impronta digitale che i Ris di Parma avevano rilevato e associato al giovane maggiorenne. Il 18enne era stato infatti fotosegnalato dagli agenti della Questura di Lecco e denunciato per spaccio di hashish nei pressi di una scuola lo scorso aprile. È stato infatti grazie al suo cartellino fotosegnaletico, inviato ai carabinieri del Ris di Parma, che gli investigatori hanno avuto la certezza che appartenesse a lui l’impronta trovata sul caricatore della pistola semiautomatica. L’obiettivo della rapina, inoltre, secondo i carabinieri di Lecco che hanno svolto le indagini, era stato scelto perché il distributore di benzina «era gestito da persone anziane». Il tragico fatto di cronaca aveva scosso l’opinione pubblica ed era stato oggetto di commenti e interventi di uomini politici. In particolare, per la cattura degli assassini del benzinaio lecchese, il ministro leghista Calderoli aveva proposto una taglia di 25mila euro: «Nessuno può permettersi di toccare un padano» aveva detto Calderoli. L’esternazione del ministro leghista aveva scatenato una vera e propria bufera politica. Ad attaccarlo non era stato solo il centrosinistra, ma anche An e Udc avevano preso le distanze. Ora, dopo il fermo dei due presunti killer, arrivano i primi commenti: il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni si è dichiarato molto soddisfatto per il fermo dei due giovani. «L’arresto dei due presunti assassini - ha detto Formigoni - é una bella notizia. È la dimostrazione che le forze dell’ordine e che il Ministero dell’Interno sanno reagire ed impegnarsi al massimo anche davanti a delitti efferati come questo». Soddisfatto anche il sindaco di Calolzio Paolo Arrigoni: «L’arresto di questi due giovani dimostra che Calolzio è un paese che ha collaborato con la giustizia e non si tratta di un luogo omertoso come si diceva dopo l’assassinio» ha spiegato il primo cittadino.

«Era estremamente importante, per tranquillizzare l’opinione pubblica, risolvere il caso in breve tempo e ciò è stato fatto - ha spiegato il ministro della Giustizia, Roberto Castelli -. I miei complimenti vanno alla magistratura e agli inquirenti lecchesi per il successo di questa operazione Castelli ha anche sottolineato l’importanza della rapida soluzione della vicenda «soprattutto per un territorio, come quello lecchese e bergamasco, che è sempre stato sicuro, ma che ha vissuto una recrudescenza di fenomeni criminali».

«Un’ottima notizia» ha detto anche il vice ministro alle Attività produttive, Adolfo Urso: «Un plauso alle forze dell’ordine e ai cittadini, che hanno collaborato senza bisogno di taglie - ha detto Urso -. Questa è una vittoria della giustizia e dello Stato che speriamo porti serenità in una famiglia a cui va tutta la nostra partecipazione e che nel massimo del dolore ha dimostrato un alto senso delle istituzioni. Un vero esempio per tutti».

Inevitabile il commento del ministro Calderoli: «Pur con la dovuta cautela, desidero esprimere la mia soddisfazione per il fermo dei due presunti autori del brutale ed efferato delitto di Lecco e complimentarmi con chi ha svolto così abilmente le indagini - ha spiegato il ministro per le Riforme e coordinatore delle segreterie leghiste -. Sono convinto, comunque, che i risultati conseguiti in così poco tempo siano anche frutto dell’averne fatto un caso nazionale, attraverso la mia provocatoria proposta di istituire una taglia».

Arriva anche il commento del ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu: «Spero che si chiudano così certe polemiche e che cresca, invece la fiducia dei cittadini nelle leggi dello Stato e nelle Forze dell’ ordine». Ma Calderoli non è immune ai commenti arrivati durante tutta la mattinata di oggi e ribatte a chi, come l’esponente dei Verdi, Cortiana, si è rifà alla sua proposta di prevedere una taglia sugli assassini: «Il ministro Calderoli ora farebbe bene a chiedere scusa al paese - ha detto Cortiana - e ad impegnarsi per evitare il 10% di tagli che tanto carabinieri quanto polizia subiscono dalla politica finanziaria del governo di cui Calderoli e la Lega fanno parte». Così il ministro per le Riforme ribatte: «Ascoltando i telegiornali ho avuto l’impressione che ci si sia più affannati a spiegare che la taglia non ha avuto alcun effetto piuttosto che a esprimere soddisfazione per la cattura dei presunti assassini del benzinaio. E invece la taglia è servita, eccome! - ha aggiunto il coordinatore delle segreterie della Lega Nord -. Ha portato almeno due risultati: ha acceso i riflettori su un caso di omicidio che, come purtroppo avviene in troppi casi, rischiava di finire nel dimenticatoio della cronaca quotidiana. E in secondo luogo ha suscitato una forte eco tra la gente, così che l’opinione pubblica si è risvegliata, prendendo finalmente in considerazione che non si può chiudere gli occhi o chiudersi in casa di fronte alla violenza che dilaga nelle nostre strade e nelle nostre città».

(12/12/2004)

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