Bergamo, Brescia e il mais spinato
La «guerra» sul nome finisce a tavola

Poteva diventare l’ennesimo tema della discordia tra Bergamo e Brescia, invece la paventata guerra del mais «spinato» si è risolta con una stretta di mano.

Tutto parte dalla richiesta dei paesi della Val Camonica di registrare il loro mais rostrato come spinato. Cosa non gradita alla Val Gandino, da tempo impegnata a valorizzare il suo prodotto tipico e ferma nel far valere le sue ragioni. La collisione però è stata scongiurata, i bresciani puntano su altri nomi.

«L’iscrizione nel Registro nazionale per il nostro spinato – spiega Filippo Servalli, presidente dell’associazione gandinese – è stata formalizzata dal ministero sulla Gazzetta ufficiale il 6 novembre 2014. Un piccolo primato, dato che è il primo seme a ottenere tale riconoscimento in Lombardia. La nostra associazione è ovviamente lieta che altri ne seguano l’esempio, per certi versi pionieristico, ma riteniamo che le denominazioni oggetto di registrazione debbano corrispondere a quelle in uso oppure a quelle scientifiche».

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