Bergamo è una camera a gas Pm10 oltre il limite per 88 giorni

A far crescere lo smog - secondo l’Arpa - contribuiscono per il 42 per cento i processi produttivi, per il 9.4 % l’industria, per il 38 per cento le auto e i trasporti, per il 5.9 % la combustione non industriale.

Per quasi tre mesi - 88 giorni per la precisione - durante l’inverno appena passato a Bergamo le polveri sottili sono state sopra il livello di guardia, cioè hanno superato la soglia d’allarme dei 50 microgrammi per metro cubo. Il dato, preoccupante per le conseguenze sulla salute, è stato messo in evidenza dall’Arpa che ha effettuato uno studio sui dati forniti giornalmente dalle centraline della rete di rilevamento. Se la situazione in città non è rosea - visti i dati forniti dalla stazione collocata in via Meucci - va sicuramente peggio in provincia, nella altre due centraline che completano la rete dell’area critica di Bergamo: a Lallio il limite è stato superato per 91 giorni, a Osio Sotto addirittura per poco meno di 100 giorni (97 per la precisione).

Se poi si considera che i dati sono riferiti solo al periodo novembre-marzo, ci si rende conto di quanto in realtà pesi l’inquinamento, in particolare durante l’inverno.

Preoccupanti anche le cifre sulle concentrazioni delle famigerate Pm10 nei cinque mesi freddi: in città il valore medio è stato di 64 microgrammi per metro cubo, con un picco massimo di 175 microgrammi (tre volte e mezza il massimo consentito). Stesso valore medio di 64 microgrammi anche a Lallio, con un picco di 167. A Osio invece il valore medio è stato superiore (68 microgrammi), con un picco che ha raggiunti i 181.

Di chi è la colpa? A far crescere lo smog - secondo l’Arpa - contribuiscono per il 42 per cento i processi produttivi, per il 9.4 % l’industria, per il 38 per cento le auto e i trasporti, per il 5.9 % la combustione non industriale.

(26/04/2005)

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