Bergamo, scuola sempre più multietnica

Scuola sempre più multietnica nella Bergamasca. Allo squillo della prima campanella, lunedì 10 settembre, si prevede che in aula verranno accolti oltre 14 mila studenti stranieri, dalle scuole dell’infanzia alle superiori, sia statali che paritarie, con una incidenza percentuale dell’ 8,8 % circa del totale degli alunni. Il dato sale fino al 10,5 % circa se si considerano solo le scuole statali che inoltre, escludendo il segmento della scuola dell’infanzia, accolgono la quasi totalità degli alunni con cittadinanza non italiana. In pratica nelle scuole statali 10 alunni su cento sono stranieri. In Lombardia Bergamo si colloca al terzo posto, dopo Brescia e Milano che è la provincia con più studenti stranieri. Sono in prevalenza marocchini e albanesi, in crescita anche cinesi, pachistani, romeni, macedoni, ghanesi, senegalesi, boliviani. In base agli ultimi dati raccolti dall’Ufficio Sostegno alla Persona e Interventi educativi dell’Ufficio scolastico provinciale di Bergamo (Usp, l’ex Provveditorato agli Studi – sito internet www.bergamo.istruzione.lombardia.it), a giugno 2007 gli alunni stranieri erano 14.125 e per questo settembre se ne prevedono già alcune centinaia in più. Gli arrivi infatti sono continui, soprattutto per effetto dei ricongiungimenti familiari. Dei 14.125 alunni stranieri la concentrazione maggiore si trova alle primarie (6.100 in totale tra statali e paritarie), seguite dalle scuole medie (3.200 nelle statali), dalle scuole dell’infanzia (2.625 in totale tra statali e paritarie), quindi gli istituti superiori (2.200 nelle statali). Per quanto riguarda gli istituti paritari il numero degli studenti con cittadinanza non italiana è molto limitato nelle scuole medie e nelle scuole superiori, è invece assai marcato nelle scuole dell’infanzia che sul territorio bergamasco sono più numerose e diffuse anche rispetto alle scuole dell’infanzia statali. Nelle scuole statali continua l’impennata dei ragazzi stranieri che frequentano gli istituti superiori, in alcuni casi arrivano al 30 % del totale, mentre fino a pochi anni fa la loro presenza era pressoché nulla. Preferiscono gli istituti tecnici e professionali, li considerano canali privilegiati verso una formazione specializzata per un inserimento occupazionale qualificato.(31/08/2007)

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