Biblioteche, tagli sugli orari dal Comune
La polemica: siamo su «Scherzi a parte?»

Il bando per la gestione dei servizi bibliotecari della città di Bergamo, pubblicato nei giorni scorsi dal Comune, conferma la riduzione degli orari di apertura delle biblioteche. E l’opposizione si scatena.

«Non abbiamo intenzione di far finta di nulla: non possiamo ignorare il grave danno che deriverà ai cittadini e in particolare agli studenti da questa scelta». Così i capigruppo Andrea Tremaglia di Fratelli d’Italia, Alberto Ribolla della Lega Nord, Danilo Minuti della Lista Tentorio e Tommaso D’Aloia di Forza Italia commentano la cospicua riduzione degli orari d’apertura delle biblioteche cittadine.

«Quando l’amministrazione parla di tagli inevitabili, la domanda sorge spontanea: perché avete passato tutta la campagna elettorale promettendo meraviglie sulle biblioteche? Quando si chiedevano voti si è parlato di sale studio aperte per gli universitari 24 ore al giorno; ora che le elezioni sono invece lontane, si decide la chiusura delle biblioteche per 5 settimane tra il 15 giugno e il 15 settembre, proprio durante le sessioni d’esame! Visti gli esperti che circondano il sindaco, ci sarebbe quasi da pensare a “Scherzi a parte”...».

E aggiungono: «L’assessore Ghisalberti è in comune da anni, così come tanti altri membri della giunta e della maggioranza: non possono raccontarci favole o pretendere che si creda che non conoscessero la situazione reale quando racimolavano voti con promesse irresponsabili. Soprattutto i giovani di Bergamo sono stati prima usati, poi illusi e infine delusi da questa scelta», concludono i capigruppo di minoranza: «Promettere l’impossibile prima e cercare poi di disconoscere il proprio fallimento non è un cambio di passo: è la solita vecchia politica e questa amministrazione dimostra di conoscerla benissimo».

La polemica è stata scatenata dalla notizia emersa proprio in queste ore: dal 2 maggio 2015 al 30 aprile 2016 le biblioteche del sistema urbano apriranno alle 9 anziché alle 8,30. Chiusure serali anticipate di un’ora (alle 22,30 anziché alle 23,30) per Tiraboschi e Caversazzi. Cambiano gli orari anche delle biblioteche circoscrizionali, che il sabato resteranno aperte mezza giornata. Aperture serali una volta alla settimana (20,30-22,30) a Loreto e in via Corridoni. (foto di Matteo Zanardi).

Una scelta che gli studenti universitari, tra i principali fruitori delle biblioteche cittadine, in particolare negli orari serali, hanno già contestato per voce dei loro rappresentanti. «Ridurre gli orari delle biblioteche è il segno di come la nostra città sia universitaria solo a parole e non nei fatti – aveva dichiarato lo scorso dicembre Marta Rodeschini, presidente della Consulta studentesca, quando la notizia dei tagli si era diffusa –. A Bergamo, con un ateneo in forte crescita, servono più spazi per poter studiare e servizi più mirati per gli studenti». Altra nota dolente, la lunga chiusura estiva, quando gli studenti hanno bisogno di spazi per preparare gli esami. La prossima estate le biblioteche cittadine resteranno chiuse per 5 settimane (nel periodo compreso tra il 15 giugno e il 15 settembre), unica eccezione la Tiraboschi, che chiuderà i battenti solo una settimana nel mese di agosto.

Attualmente la gestione dei servizi bibliotecari (che riguarda la gestione dell’utenza e del patrimonio documentario, la sorveglianza e il riordino dei locali, il sostegno alle iniziative culturali, il trasporto dei libri e l’apertura e chiusura delle sedi) è affidata alla Cooperativa socio-culturale di Mestre(17 lavoratori in tutto), che parteciperà al bando in scadenza il prossimo 10 marzo. L’appalto ha la durata di un anno, periodo volutamente breve entro il quale – ha annunciato l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti – l’amministrazione comunale «lavorerà per migliorare il servizio in un futuro non lontano». Quanto agli investimenti, «abbiamo investito circa 60 mila euro in più della precedente amministrazione cittadina per le biblioteche – ha ricordato l’assessore – tamponando una situazione che altrimenti avrebbe portato a una drammatica riduzione di orari e di posti di lavoro».

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