Botte a Rimini, coinvolta una bergamasca

Una bergamasca di 23 anni è coinvolta in un episodio di violenza che ha visto come vittima Stefano Ravaioli, figlio 22enne del sindaco di Rimini, colpito alla testa con una bottigliata riportando una ferita giudicata guaribile in 10 giorni. Il fatto è avvenuto la scorsa notte, quando due napoletani di 23 e 26 anni, presunti responsabili dell’aggressione, sono stati denunciati a piede libero dalla polizia per lesioni personali aggravate in concorso e getto pericoloso di cose. I due imbianchini napoletani di 23 e 28 anni residenti a Riccione sono stati poi muniti dal Questore Cesare Palermi di fogli di via obbligatorio con divieto di far rientro nel comune di Rimini per 3 anni. Sempre per tre anni dovrà stare invece lontana non solo dal capoluogo ma da tutta la provincia di Rimini, la 23enne di Treviglio, che era in compagnia dei due napoletani e ha assistito all’aggressione cercando di impedire, ma solo verbalmente, alla moglie del primo cittadino di chiamare il 113

Il figlio del primo cittadino era stato aggredito verso mezzanotte e mezza quando si è alzato dal tavolo dell’enoteca Spazi in piazza Cavour, davanti alla residenza municipale, dov’era seduto con i genitori e altri clienti che erano stati oggetto del lancio di alcune seggiole e bottiglie, scagliate dai campani dopo una discussione con il titolare.

Il ristoratore aveva infatti preso alla coppia di giovani il pallone con cui giocavano in piazza vicinissimo al locale, finito tra i tavoli mentre per l’ennesima volta li stava invitando a smettere per non disturbare avventori e residenti. Una volta riavuta la palla, dopo una breve contrattazione, i ragazzi e un’amica ventitreenne di Treviglio, segnalata in passato per uso di stupefacenti, anzichè andarsene avevano lanciato all’indirizzo del proprietario una poltrona di paglia. Quindi avevano trascinato in mezzo alla piazza Stefano Ravaioli, alzatosi dopo aver visto la seggiola sfiorare i genitori, per poi picchiarlo e colpirlo con la bottiglia. A bloccare i due erano stati alcuni agenti della questura fuori servizio, mentre Stefano Ravaioli, in ambulanza, veniva accompagnato al pronto soccorso per essere medicato.

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