Campo rom sgombrato, il privato paga la bonifica
Ma ora il Tar dà ragione al cittadino

Vedere il proprio terreno in via Rovelli invaso dalle carovane dei nomadi è già difficile, ma doversi accollare i costi della bonifica ad ogni sgombero forzato è davvero una beffa. Per cui una coppia di bergamaschi - Matilde Coffari e Ruggero Pistoni - si è rivolta al Tribunale amministrativo regionale che ha dato momentaneamente ragione alla coppia, bloccando il risarcimento al Comune per la pulizia che loro non hanno effettuato, ma si esprimerà definitivamente nell’udienza in programma per fine agosto.Lo scorso 15 luglio – spiega Matilde Coffari – abbiamo presentato l’ennesimo esposto in questura per denunciare la presenza di estranei sul nostro terreno. Il 21 il sindaco ha emesso l’ordinanza in cui disponeva che gli agenti della Polizia locale eseguissero alle 6 del mattino del 25 luglio lo sgombero degli occupanti. Nell’ordinanza si prevede anche che i proprietari dell’area provvedano a ripulirla entro le 18 dello stesso giorno per non incorrere nella denuncia penale.A quel punto l’avvocato della coppia ha fatto ricorso al Tar che si è subito pronunciato «vista l’urgenza della situazione igienico-sanitaria». Il Tar ha sospeso l’ordinanza facendo sapere che: «Il Comune dispone sicuramente di idonee strutture per provvedere a quel tipo di pulizia che un privato non potrebbe eseguire in poche ore. Quindi proceda e poi si verificherà con un’udienza chi dovrà pagare l’intervento». «Non ci sembra giusto pagare – dice Ruggero Pistoni – perché abbiamo subito addirittura dei danni al muro di cinta della nostra villa in via Rovelli. Quell’area potremmo recintarla con una rete metallica, ma per i nomadi sarebbe un gioco da ragazzi violarla. Così come già penetrano nel terreno da una piazzola del Comune, poco oltre il centro zooprofilattico, nonostante i guard-rail e i blocchi di cemento».Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Roberto Bruni. «Lo sgombero in via Rovelli è avvenuto regolarmente, in base al testo dell’ordinanza. Testo che prevedeva anche che fosse il privato proprietario dell’area a farsi carico della sua pulizia. In caso contrario, il Comune si fa carico dell’operazione richiedendo il pagamento a l privato. È sempre stato così. Dopo aver aspettato le ore stabilite e dopo aver visto che nessuno rimuoveva la sporcizia, abbiamo chiamato A2A». Il giorno in cui avrebbe dovuto partire l’operazione, però, è arrivata una lettera del presidente del Tar: «Sospendeva di fatto la pulizia. Francamente, un assurdo». Poi ci sono state trattative: «Alla fine ha vinto il buonsenso, ci siamo accordati, il Comune ha pulito, perché quella era l’urgenza. Non si poteva lasciare così quell’area, anche per tutte le altre persone che abitano in zona. Poi si vedrà più avanti chi dovrà pagare. Per il momento il costo che spettava al privato l’ha sostenuto il Comune, quindi la città».(04/08/2008)

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