Canone Rai in bolletta, chi lo paga e chi no
Nota del ministero su tablet e smartphone

Cosa è un «apparecchio televisivo»? Non è una domanda di poco conto perché è grazie a questa definizione che molti italiani potranno scoprire se pagare il canone Rai oppure no.

Il ministero delle Sviluppo economico ha diffuso una nota per chiarire dopo la richiesta di spiegazioni messa per iscritto da un’informativa del Consiglio di Stato. Per «apparecchio televisivo» si intende un apparecchio in grado di «ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente o tramite decoder o sintonizzatore esterno». Per sintonizzatore esterno, si legge ancora, si intende «un dispositivo, interno o esterno, idoneo ad operare nelle bande di frequenze destinate al servizio televisivo secondo almeno uno degli standard previsti nel sistema italiano per poter ricevere il relativo segnale Tv». Pertanto, «non costituiscono quindi apparecchi televisivi computer, smartphone, tablet e ogni altro dispositivo se privi del sintonizzatore per il segnale digitale terrestre o satellitare».

Tutto chiaro quindi? Non proprio, perché il ministero nel suo comunicato si contraddice. Prima si dice che un apparecchio televisivo è adattabile a ricevere, visualizzare o decodificare un segnale tramite decoder esterno, e poi si dice che computer, smartphone, tablet e ogni altro dispositivo non sono apparecchi televisivo se privi di questo sintonizzatore. Dopo una richiesta di chiarimenti il quadro però sembra essere definitivo: non solo l’apparecchio deve essere «adattabile», ma che deve essere abbinato e collegato a un decoder. Chi non ce l’ha, non paga il canone. Nella sostanza «è tenuto a corrispondere il canone Rai chi ha in casa almeno un sintonizzatore/tuner capace di ricevere canali TV da digitale terrestre o da satellite, sia esso integrato in un TV o in una qualsiasi periferica esterna (decoder, set top box, schede per PC e chiavette USB)».

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