Case di riposo: «Troppi aumenti»

Il costo dei ricoveri nelle strutture residenziali per anziani, disabili e minori, è aumentato, in alcuni casi anche al di là del semplice adeguamento Istat. La denuncia arriva dalla Cgil, che sottolinea come la situazione che stia mettendo Comuni e famiglie in seria difficoltà. Il sindacato punta il dito contro la Regione che non si farebbe carico, delle spese di natura sanitaria che ormai costituiscono la parte più rilevante dei costi di ricovero.

Si tratta - dice la Cgil - di strutture no profit con esplicite finalità solidaristiche e assistenziali: l’ondata di aumenti si abbatte invece sui bilanci delle famiglie e su quelli dei Comuni, che devono integrare le quote non sostenibili da parte dei parenti.

L’aumento medio calcolato dal sindacato è del 2,91%, con punte del 5,9%, il che si traduce in circa 45-50 euro al mese: questo può costituire un problema, specie se sull’altro fronte c’è solo il reddito di una pensione.

Per il Comune di Bergamo la spesa annuale è di oltre 1,7 milioni di euro. Per un Comune di piccole dimensioni, l’integrazione delle rette spesso assorbe gran parte del bilancio dell’assessorato servizi sociali.

L’aumento dei costi, almeno per le case di riposo, sarebbe legato in gran parte alle malattie che colpiscono anche più volte all’anno gli anziani, e che comportano spese sanitarie spesso particolarmente ingenti.

La spesa sarebbe di competenza della Regione: ma, dice la Cgil, la Regione tarda ad adeguare le tariffe, scaricando così i costi sulle singole case di riposo che, a loro volta, li scaricano sulle rette sostenute dagli ospiti e dai Comuni. Per il sindacato sarebbe necessario adeguare la politica del welfare in tutta la Lombardia.

(25/02/2008)

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