Case di riposo, più posti letto
ma le liste d'attesa crescono

La Regione Lombardia ha deciso di accreditare il 50% dei posti letto “autorizzati” in casa di riposo. La differenza è che, per chi viene ricoverato in questi posti, la casa di riposo potrà ora incassare la parte di retta a carico della Regione (“quota sanitaria”) e non dovrà più chiederla a chi paga la retta. Ma le lista d'attesa crescono

La Regione Lombardia ha deciso (con la delibera di Giunta n.9243 dell’8 aprile scorso) di accreditare il 50% dei posti letto “autorizzati” in casa di riposo (RSA). La differenza è che, per chi viene ricoverato in questi posti, la casa di riposo potrà ora incassare la parte di retta a carico della Regione (“quota sanitaria”) e non dovrà più chiederla a chi paga la retta. In provincia di Bergamo i posti autorizzati e non accreditati sono 371; il beneficio (risparmio nella retta) ricadrà pertanto su 185 ricoverati.

«Senza dubbio un beneficio per le famiglie - commenta orazio Amboni, della Cgil Welfare di Bergamo - ma i benefici finiscono qui. A fronte di 5.140 posti letto accreditati, abbiamo una lista d’attesa di 4.070 prenotazioni (al 4 maggio 2009). Decisamente troppe, anche nell’ipotesi che molti, per cautelarsi, si siano prenotati in più case di riposo. È questo il problema più grave: l’insufficienza dei posti letto a far fronte ad una domanda crescente e largamente insoddisfatta».

«Su quei 371 posti - prosegue Amboni - si sono concentrate molte aspettative: posti di sollievo pagati dai Comuni, posti di “sollievo” pagati a retta intera da parte delle famiglie in sostituzione degli assenti posti di convalescenza per dimissioni protette, posti per malati terminali di SLA o altre malattie in fase terminale. Ora il loro passaggio, per metà, nei posti ordinari farà respirare il bilancio di qualche famiglia ma toglierà una opportunità soprattutto per le situazioni di emergenza e per i ricoveri urgenti».

«Finché non si deciderà di sbloccare gli accreditamenti di posti letto riabilitativi (anche attraverso riconversione) e di aumentare l’offerta nelle RSA - conclude Amboni -, la situazione resterà sempre in sofferenza anche per le case di riposo che si vedono di fatto impedita ogni possibilità di diversificazione dell’offerta per venire incontro a bisogni diversi. Se è vero, come ha documentato l’ASL, che ormai i nuovi ingressi in RSA sono di malati gravi e gravissimi (con soli 3 mesi di sopravvivenza, in media) allora i costi, specie quelli sanitari, sono in costante crescita, ben oltre la rivalutazione ISTAT, che pure non c’è, e questo dei posti accreditati, pare essere l’unico intervento che la Regione ha programmato per le case di riposo».

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