Casi in aumento, Fontana pensa a nuove misure
Sala: decisioni da prendere in fretta

«Stiamo monitorando la situazione e nelle prossime ore diremo se è necessario prendere qualche misura o se invece basterà essere rigorosamente rispettosi di quanto è già stato disposto». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.

Sono 26 le persone morte per Covid e 2.067 i nuovi positivi in Lombardia, secondo i dati di giovedì 15 ottobre: 32.507 i tamponi effettuati, per una percentuale pari al 6,3%, identica a mercoledì. Sono invece 72 le persone in terapia intensiva, 8 più di mercoledì, 726 quelle in altri reparti, in crescita di 81 unità. La maggioranza dei contagi sono sempre a Milano, con 1053 casi, di cui 515 in città. Segue la provincia di Monza e Brianza con 196, Varese con 170, Brescia con 106, Lodi con 81, Pavia con 79 e Bergamo con 71.

Di fronte a questi dati non si escludono nuovi e più drastici provvedimenti, fa sapere la Lombardia «Stiamo monitorando la situazione e nelle prossime ore diremo se è necessario prendere qualche misura o se invece basterà essere rigorosamente rispettosi di quanto è già stato disposto» ha detto a SkyTg24 il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, consapevole che «su Milano bisogna porre una particolare attenzione». In ogni caso, se dovesse servire, «l’ospedale in Fiera non è mai stato chiuso, è lì pronto».

Anche gli esperti non nascondono la propria preoccupazione, anche se - come ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco - «in questo momento non ci sono le condizioni per un lockdown».

I reparti di pronto soccorso degli ospedali Sacco e Fatebenefratelli di Milano intanto hanno deciso di accettare solo malati con Covid-19 e dirottare su altri ospedali milanesi i pazienti con altre patologie. La decisione è stata presa per tutelare i malati non Covid con patologie urgenti indifferibili.

Nell’ambito dell’attività di vigilanza, invece, il prefetto di Milano Renato Saccone ha adottato la chiusura di otto attività commerciali per la durata di cinque giorni. Nel dettaglio, sono stati chiusi un panificio e sette esercizi di vicinato.

«Ad oggi non prevediamo interventi radicali, ma bisogna prendere decisioni in fretta» ha anche detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala nel corso della conferenza stampa seguita all’incontro di giovedì pomeriggio alla Prefettura di corso Monforte a Milano, dove ha avuto colloqui con il prefetto Renato Saccone e una «task force» di virologi, medici e esperti per fare il punto sul rialzo della curva dei contagi in Lombardia e, in particolare, a Milano.

«Ci preoccupa la situazione negli ospedali, oggi ci sono 72 persone in terapia intensiva, c’è una crescita veloce e bisogna agire in fretta», dice Sala, precisando che l’indice Rt «ha superato il 2 nella Città Metropolitana di Milano». Ricordando che tutte le decisioni saranno concordate con il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che incontrerà venerdì, il sindaco di Milano aggiunge: «Ci poniamo l’obiettivo di trovare un indirizzo perché sono gli stessi medici che dicono che bisogna intervenire». Anche perché precisa Sala, «se si cambia il tenore di chiusura, il risultato lo si vede dopo due o tre settimane. Non credo- conclude il sindaco- che oggi si debba andare verso una chiusura estrema ma concordo sul fatto che qualcosa di più si debba fare».

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