Ciliegie: scarso raccolto, prezzi alle stelle

In fatto di rincari è arrivata la «ciliegina» sulla torta. È allarme rosso, infatti, per le ciliegie italiane: la produzione sembra quest’anno molto scarsa e si profilano prezzi elevati al consumo: fino ai 12 euro al chilo per le italiane e dai 5 ai 10 euro per quelle d’ importazione, sia pure sempre di ottima qualità. Lo rileva la Confederazione italiana agricoltori (Cia), sostenendo che il volume produttivo di regioni come Veneto, Puglia, Piemonte, ma anche la Sicilia, Campania, Umbria, Toscana ed Emilia-Romagna lamenta un segno negativo, in termini produttivi, rispetto alle passate stagioni.

Per ritrovare analoghe annate di «magra», secondo la Cia, bisogna tornare indietro di decenni. La causa principale di tale situazione è riconducibile alle copiose e anomale piogge di aprile e maggio e all’ umidità provocata dalla nebbia. Tutto ciò ha distrutto la maggior parte della fioritura. Dunque c’é un rincaro di carattere fisiologico, dovuto alla scarsità del prodotto sul mercato, anche se si inseriscono le solite speculazioni e aumenti artificiosi di cui gli agricoltori non sono responsabili. In termini di consumi, in ogni caso, le ciliegie mantengono un buon trend nel nostro Paese.

Le ciliegie sono il frutto di due specie di alberi della famiglia delle Rosacee, la stessa cui appartengono le rose. Dalla specie «Prunus avium» nascono le ciliege dolci a polpa tenera (tenerine) e a polpa dura (duracine). Dalla specie «Prunus cerasus» nascono le amarene e le marasche. Per il loro sapore aspro, queste varietà non sono molto apprezzate come frutta fresca, ma vengono impiegate soprattutto per produrre sciroppi, marmellate e liquori come maraschino, cherry e ratafia.

(04/06/2004)

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