Città Alta, scoperti affreschi al Circolino

Il sospetto c’era da tempo: quelle volte non potevano interrompersi nel nulla. E poi c’era la porta, piccola e murata, ma ancora visibile. Così, al primo colpo dato dai restauratori sul soffitto, il rumore l’ha indicato chiaramente: la copertura nascondeva qualcosa. Sono stati scoperti quasi per caso splendidi affreschi del ’600. Decorano un’unica volta, che si estende per qualcosa come 60 metri quadrati sopra i corridoi e gli studi che fra gli anni Ottanta e Novanta hanno ospitato l’Asl nell’ex carcere di Sant’Agata. VIDEOFilmato affreschi circolino.wmvAldo Ghilardi, presidente della Cooperativa Città Alta, aveva appena presentato a Palafrizzoni il progetto per ampliare il Circolino – gestito dalla Cooperativa appunto – in quei locali, desolatamente vuoti da un decennio, ma comunque nelle disponibilità del Comune. I restauratori erano al lavoro e dopo due giorni ecco la scoperta.La prima figura uscita alla luce è stata un angelo, pioi gli altri affreschi: figure religiose, forse un ciclo ispirato al Libro di Tobia su sfondo azzurro inframezzato d’oro. Decorazioni che ornavano la volta di quella che fino a oggi si pensava fosse una semplice sagrestia, adiacente alla chiesa sconsacrata dove si trova il Circolino, e che potrebbe invece rivelarsi una cappella secondaria dell’antico edificio di culto. L’intero ex carcere, che nel 1600 era un convento, è di proprietà demaniale, ma gli spazi di Circolino, ex Asl e Circoscrizione 3 sono affittati al Comune ormai da decenni. Da Palafrizzoni, l’assessore a Patrimonio ed edilizia privata, Francesco Macario, si mostra entusiasta: «Questa è una scoperta importante, davvero. Non si immaginava che dietro alla controsoffittatura ci fosse un’opera del genere, un affresco così ampio e in buono stato di conservazione. Ed è probabile che non sia finita qui». Oltre a quelli della volta, che si estende sopra i locali a fianco del Circolino, sulle pareti sono venuti alla luce altri affreschi, di periodo successivo e di qualità minore, ma comunque significativi. In una delle stanze dell’Asl erano invece già visibili dei dipinti. La ex chiesa, una volta che il converto fu trasformato in carcere, venne modificata. Alla fine del 1700 è stata suddivisa in tre piani orizzontali. Alla base, oggi, c’è il Circolino, con la navata riconoscibile (va dal giardino alle cucine). Al primo piano, dove abitava il maresciallo della prigione, si trovano uffici della Cooperativa Città Alta. All’ultimo piano alloggiavano le guardie carcerarie, e nella trasformazione gli affreschi sulle volte hanno subito più di un trauma, e oggi sono abbandonati e in cattivo stato di trasformazione. Alla scoperta si è arrivati grazie alle analisi commissionate dalla cooperativa Città Alta: «Dopo che, a gennaio, abbiamo firmato il nuovo contratto d’affitto con il Comune, è stata concordata la possibilità di ampliamento del Circolino nei locali confinanti, in cui fino al 1995 c’erano gli ambulatori circoscrizionali». Del progetto, oltre che il Comune e il Demanio, è stata informata la Soprintendenza, la quale ha suggerito di effettuare dei saggi sulla struttura. La Cooperativa non si è tirata indietro, anche il responsabile per i Beni artistici della città di Bergamo, Giuseppe Napoleone, ha effettuato personalmente un sopralluogo. Dei lavori è stata incaricata la ditta Cocciopesto restauri di Mozzo: praticato il primo foro, è arrivata la scoperta. Ora la cooperativa si farà carico di recuperare le opere d’arte: «Di certo si tratta di un intervento impegnativo, che non pensavamo di dover sostenere. Ma lo faremo», dice Ghilardi. Il costo per il restauro conservativo è di circa 30 mila euro. La cooperativa ha informato la Soprintendenza chiedendo un parere sul progetto, mentre in Comune è stata inoltrata la richiesta per l’uso dei locali adiacenti. L’ultimo passaggio per dare il via al recupero degli affreschi è il parere del Demanio.(01/09/2008)

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