Colpa di un sosia, è scambiato per rapinatore
Napoletano di 45anni prosciolto dall’accusa

E’ finito nei guai per colpa di un sosia. Protagonista della disavventura un 45enne napoletano, residente a Vignola, in provincia di Modena, ritenuto autore di una rapina - assieme ad altri due complici - alla filiale della Banca di Bergamo a Urgnano. Le successive indagini dei carabinieri hanno consentito di risalire al vero autore dell’assalto - un catanese di 55 anni - che è risultato avere lo stesso e identico volto del napoletano.La vicenda ha inizio il 3 maggio 2005 quando tre rapinatori fanno irruzione alla Banca di Bergamo di via delle Rimembranze, fuggendo con un bottino di 10 mila euro. I carabinieri di Treviglio, subito dopo il colpo, raccolgono i fotogrammi delle immagini registrate dal circuito di videosorveglianza della filiale e le spediscono in numerosi comandi dell’Arma su tutto il territorio nazionale. Da Modena arrivata una segnalazione: uno dei tre banditi ripresi dalle telecamere presenta un’impressionante somiglianza con L. D. V. che nel 2002, quando era ancora tossicodipendente (ora si è disintossicato e lavora come imprenditore), aveva assaltato una farmacia nel Modenese armato di siringa. Il quarantacinquenne finisce così sotto inchiesta per il colpo di Urgnano, anche se lui nega sempre tutto. Quel giorno, ha puntualmente spiegato l’uomo, era al lavoro come tornitore in una ditta di Castello Serravalle (Bologna), per tutta la giornata fianco a fianco con i due titolari dell’azienda. «Era stato assunto il giorno prima», aveva spiegato il difensore, l’avvocato Barbara Righini del foro di Modena, che aveva chiesto il non luogo a procedere e, in subordine, la possibilità di ascoltare i due ex datori di lavoro di L. D. V. Nonostante il giudice dell’udienza preliminare Giovanni Petillo aveva accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm Silvia Russo. Questa mattina il proscioglimento. Le indagini dei carabinieri hanno infatti portato all’identificazione di due catanesi: uno di loro ha confessato il colpo, l’altro - il sosia del napoletano - non ha ammesso l’addebito ma è ritenuto complice dell’altro siciliano. Per il 45enne napoletano - finora indagato a piede libero - l’incubo è così finito.(22/09/2008) 

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