Coronavirus, in Cina altri 7 positivi
lavoravano in un ristorante a Bergamo

La Cina ha registrato altri sette casi di «contagio di ritorno» dall’Italia: sono cittadini cinesi tornati dall’Italia la scorsa settimana che, secondo il network statale Cgtn, lavoravano nello stesso ristorante di Bergamo

La Cina ha registrato altri sette casi di «contagio di ritorno» dall’Italia, aumentando i timori di ricontaminazione del Paese da cui è partita l’epidemia.

Sulle 11 nuove infezioni da coronavirus annunciate martedì 3 marzo fuori dall’Hubei, provincia epicentro, sette sono relative allo Zhejiang, ha detto la Commissione sanitaria nazionale. Sono cittadini cinesi tornati dall’Italia la scorsa settimana che, secondo il network statale Cgtn, lavoravano nello stesso ristorante di Bergamo e avevano stretti contatti con la prima donna rientrata il 28 febbraio e risultata positiva.

I sette nuovi casi sono stati riportati tutti nella città di Lishui, nella contea di Qingtian, portando il totale dei contagi nello Zhejiang a 1.213.

Il governo di Qingtian ha spiegato sul suo account WeChat che i sette lavoravano nello stesso ristorante di Bergamo della donna di 31 anni risultata essere la prima contagiata certa. La scorsa settimana, sei di loro hanno viaggiato da Milano a Shanghai in aereo con scalo a Mosca, mentre la settima è arrivata a Shanghai facendo uno scalo in Germania.

Tutti sono risultati positivi ai test lunedì, non appena arrivati a Qingtian e nessuno di loro si era recato a Wuhan o in regioni cinesi a rischio. Le autorità di Shanghai, municipalità che confina con lo Zhejiang, hanno individuato 71 persone venute a stretto contatto con i sette, disponendo per loro una quarantena di 14 giorni. Il Global Times ha ricordato come il «contagio di ritorno» sia una minaccia, citando il caso delle cinque persone accertate che sono tornate in Cina negli ultimi giorni da altre parti, dall’Iran e dal Regno Unito, importando il virus.

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