«Cronache di ordinaria follia
su un autobus di provincia»

«Cronache di ordinaria follia su un autobus di provincia. L’ultima corsa dell’autobus che da Bergamo porta a Piazza Brembana. Domenica sera. Gente stanca che aspetta alla stazione. Salgono una decina di africani. Alcuni sono senza biglietto».

«Volano immediatamente pesanti insulti all’autista che, semplicemente, richiede di visionare il biglietto timbrato. La situazione purtroppo sfugge di mano e, tra un’imprecazione e l’altra da parte dei passeggeri, si arriva ben presto alle mani. Nello sfascio totale volano manate e spintoni, gente viene presa per i capelli, tra urla e grida. Bambini piccoli piangono spaventati».

« Non faccio politica. Spinose questioni. Mi interessa poco la nazionalità delle persone coinvolte. Nel buio di una stazione, dove non si distinguono lingue, colori e fisionomie. Senza entrare nel merito dell’evidente scorrettezza di chi sale in autobus senza biglietto e si concede un’arroganza sregolata, senza giustificare chi preferisce risolvere le questioni con le mani, nel piccolo di una sera qualunque fuori città, insieme a quei bambini che piangevano disperati mi domando: dove è finita l’umanità? Che siate bianchi o neri, dove sono gli uomini? Ho pianto anche io».

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