Curva scende del 30% a settimana, gli ospedali migliorano. Speranza: ora più fiducia

Si fa sempre più netta la decrescita della curva epidemica in Italia tanto che, attualmente, si registra una flessione di circa il 30% ogni settimana, anche se l’incidenza dei casi resta ancora ad un livello di guardia.

La buona notizia riguarda però gli ospedali: per effetto delle vaccinazioni, infatti, continuano a calare - sia pure con una fisiologica oscillazione su base giornaliera - i ricoveri sia in area medica sia nelle terapie intensive. Un quadro che continua dunque a migliorare e che, come ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza, spinge alla fiducia.

«Siamo in un momento molto particolare della storia del Paese e della lotta alla pandemia. Guardiamo alle prossime settimane con maggiore fiducia perché abbiamo finalmente una percentuale molto alta di persone che hanno scelto la strada del vaccino come leva fondamentale per affrontare questa strada così difficile» ha detto Speranza sottolineando che «dopo molte settimane vediamo la curva piegarsi anche nel nostro Paese» . I dati, ha aggiunto, «sono incoraggianti e speriamo che i prossimi giorni siano quelli del ripristino delle attività e ritorno alla normalità».

A conferma di queste previsioni, i dati del monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornati al 13 febbraio, che evidenziano come la percentuale di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19 cala al 12% (-1% in 24 ore) e cala anche in 10 regioni.

Resta invece ferma al 25%, l’occupazione dei reparti di area medica da parte di pazienti con Covid-19 ma, in 24 ore, la percentuale cresce in 8 regioni e Province autonome. L’andamento generale è confermato dai dati giornalieri del bollettino del Ministero della Salute, che però risentono del minor numero di tamponi solitamente effettuati nel fine settimana. Sono 28.630 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore rispetto ai 51.959 di domenica, mentre resta ancora alto il numero delle vittime: lunedì 14 febbraio sono 281, mentre domenica erano state 191. Sono invece 283.891 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore rispetto ai 462.881 di ieri, ed il tasso di positività è al 10%, in calo rispetto all’11,2% del giorno precedente.

Quanto alle ospedalizzazioni, sono 1.173 i pazienti in terapia intensiva, 17 in meno di domenica, ed i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 16.050 (-10). E nonostante il numero di decessi si mantenga elevato, il ministero della Salute rileva come con la quarta ondata pandemica si sia registrato un minor incremento della mortalità.

Secondo i dati del Rapporto settimanale del Sistema nazionale di sorveglianza della mortalità giornaliera (SiSMG), aggiornato al primo febbraio 2022 e pubblicato sul sito del Ministero della Salute, un confronto tra ondate epidemiche di Covid-19 evidenzia che, «nonostante il numero molto più elevato di casi nell’ondata in corso, l’impatto sulla mortalità è più contenuto rispetto alle ondate precedenti». Durante la quarta ondata, dal primo dicembre 2021 al primo febbraio 2022, si osserva infatti, un eccesso di mortalità del 13% rispetto a valori del 32% della prima ondata, del 29% della seconda e del 18% della terza.

Ad ogni modo, gli esperti ribadiscono l’invito alla prudenza. Va detto, afferma l’epidemiologa Stefania Salmaso, che «siamo ancora a livelli di incidenza stratosferica: si parlava l’anno scorso di non superare la soglia di 50 casi per 100.000 abitanti, ora siamo oltre 1000 casi per 100.000, quindi dobbiamo avere cautela, consapevolezza, giudizio e buon senso». Questo significa che «bisogna ancora assolutamente tenere alta la guardia perché - conclude l’epidemiologa - è vero che c’è una flessione della curva dei contagi, ma non è tutto finito da un giorno all’altro».

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