Dal governo tagli all’Università
Protesta l’Ateneo di Bergamo

C’è anche l’Università di Bergamo tra gli Atenei che protestano contro i tagli previsti dalla manovra finanziaria recentemente approvata dal governo. Il 10 luglio un’assemblea ha informato delle decurtazioni dei finanziamenti studenti, docenti e cittadini. Tagli che impensieriscono lo stesso rettore Alberto Castoldi secondo cui il governo, in questo modo, sembra voglia liberarsi del «fardello università».Bergamo non è sola nella protesta: a livello nazionale protestano la manovra infatti anche i ricercatori di Fisica della Federico II di Napoli, il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Cagliari, ma anche la facoltà di Scienze della formazione di Firenze e il Senato accademico di Udine. Tutti esprimono «forti preoccupazioni» per le gravissime conseguenze del provvedimento, in particolare sulla ricerca e sul sistema dell’Università pubblica.Molto criticati il taglio di 500 milioni di euro al Finanziamento del fondo ordinario (Ffo) per il triennio 2009-2011, il blocco del turn over del personale al 10% per il 2009 e al 20% per il 2010 e il 2011, e la norma, definita «umiliante e vessatoria», che dal 2009 trasformerà gli scatti di anzianità da biennali a triennali, «riducendo ulteriormente gli stipendi e accentuando il fenomeno della fuga dei cervelli». Inoltre, a preoccupare Bergamo la possibilità di trasformazione delle Università in fondazioni di diritto privato, una possibilità che secondo Castoldi ridurrebbe ancora di più i finanziamenti  esterni a danno degli studenti che dovranno sborsare rette onerose per l’istruzione universitaria.(11/07/2008)

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