Dare del cretino al sindaco?
Ora non è più reato (ma si paga)

Una sentenza della Cassazione ha preso atto della depenalizzazione. Ma resta la via pecuniaria.

«Dare del cretino al primo cittadino non è più reato». Lo spiega il Sole24Ore raccontando il caso di un abitante di un paese siciliano che aveva così apostrofato il proprio sindaco. La Cassazione ha cancellato la condanna penale con relative statuizioni civili, prendendo atto «della depenalizzazione del reato di ingiuria - che era previsto dall’articolo 594 del Codice penale - a partire dall’entrata in vigore, lo scorso 6 febbraio, del Dlgs 7/2016, e ha così annullato senza rinvio» si legge. «L’imputato assolto - in secondo grado - solo dalla condanna per minaccia, ora con la depenalizzazione dell’ingiuria ha visto la vicenda e la propria condotta perdere qualsiasi rilievo penale. Il fatto non è più previsto come reato dalla legge».

Ma ora che cosa può fare un sindaco di fronte ad un’ingiuria? «Di fronte al dilagare, nel linguaggio comune, di termini anche volgari e di cui perciò si è generalmente persa la percezione di offensività il Legislatore ha abbandonato il rimedio della pena a favore dell’applicazione di sanzioni pecuniarie, individuando in esse «un effetto deterrente più elevato». Infatti, oggi a un sindaco, che volesse reagire agli insulti - che gli sono mossi pubblicamente contro il proprio decoro e onore - non resta altro che agire (al di fuori dell’azione penale) affinché l’autore delle offese sia obbligato al pagamento della relativa sanzione pecuniaria e al risarcimento dei danni stabiliti dal giudice civile» spiega il Sole24Ore.

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