Delitto di Mozzo, il figlio condannato a 22 anni

Sentenza capovolta quella del processo d’appello rispetto a quella di primo grado. Stavolta Flavio Tironi, figlio della vittima, è stato condannato a 22 anni di reclusione.

Nel febbraio 2002, a quasi 8 anni di distanza dalla morte di Gemma Lomboni - la casalinga di 55 anni trovata cadavere nella cantina della sua abitazione, in via Bellini 8 a Mozzo, il 28 giugno del 1994 - la Corte d’Assise aveva prosciolto dall’accusa di omicidio volontario aggravato lo stesso Flavio Tironi, di 39 anni, e Michele Tironi di 68 anni, rispettivamente figlio e marito della vittima. Oggi invece il giudizio è stato radicalmente modificato: il figlio, è stato in pratica giudicato colpevole di aver ucciso la madre. Non punibile invece Michele Tironi, anche se gli è stato addebitato il favoreggiamento. La vicenda ha avuto contorni oscuri fin dalla sua genesi: gli unici in grado di fornire una ricostruzione di quel pomeriggio d’inizio estate ’94 furono gli imputati, secondo cui si sarebbe trattato di un suicidio e non di un delitto. I giudici sostennero che non si trattò di un suicidio e che Gemma Lomboni fu uccisa; la mancanza di prove a carico degli imputati portò però all’assoluzione degli imputati «per non aver commesso il fatto». Oggi il colpo di scena che ha capovolto la sentenza di primo grado.

(30/05/03)

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