Donazioni in calo, è emergenza sangue gruppo 0

È di nuovo emergenza sangue in bergamasca. Da qualche mese, infatti, l’Avis provinciale registra un calo di donazioni. A lanciare il nuovo appello perché ad agosto la situazione non peggiori sono Tiziano Gamba e Domenico Giupponi, presidente e direttore sanitario dell’associazione di donatori di sangue. «Le malattie che necessitano di terapia trasfusionale e gli interventi chirurgici, soprattutto trapianti, - precisano i due dirigenti - non vanno in vacanza, di sangue ed emoderivati c’è necessità durante tutti i mesi dell’anno».L’invito è indirizzato ai 35.000 avisini della provincia, in particolare di gruppo sanguigno 0 positivo e negativo, pronti per la donazione, quindi in buone condizioni di salute, non sospesi, con esami sulla donazione precedente nella norma, che non abbiano donato sangue negli ultimi 90 giorni, se maschi, e negli ultimi 6 mesi se donne in età fertile.È importante che vengano rispettati anche gli appuntamenti già fissati per le donazioni in aferesi – dichiara Barbara Giussani, responsabile sanitaria delle Unità di raccolta Avis – o almeno che si avvisi il centro del Monterosso in caso di impossibilità alla donazione così che si possano inserire altri donatori in attesa. L’attività di aferesi, in particolare per le donazione piastrine-plasma, globuli rossi-plasma, globuli rossi-piastrine – continua la dottoressa Giussani - necessita di una programmazione accurata per potere assicurare quotidianamente l’apporto trasfusionale in particolare a malati di tumore, pazienti trapiantati e neonati prematuri. Per scegliere dove donare non c’è che l’imbarazzo della scelta, dagli ospedali di Seriate, Treviglio, a quelli di Romano di Lombardia, Trescore, Calcinate, Ponte San Pietro, Gazzaniga, Zingonia, San Giovanni Bianco, Piario, Sarnico, oltre ovviamente al centro Avis del Monterosso - dove si può effettuare anche la donazione in aferesi – a Bergamo, in via Da Vinci 4, tel. 035.342222, aperto tutti i giorni dalle 7.30 alle 10.30.Quello dell’emergenza sangue non è un problema solo bergamasco. Anche nel resto d’Italia si deve cominciare a fare i conti con un’autosufficienza non più così certa, come per gli anni passati. Lo spiega Tiziano Gamba che è anche responsabile di Avis nazionale per l’autosufficienza di sangue. Le esigenze di trasfusioni, si pensi al consumo clinico nei centri d’eccellenza e quindi ai trapianti sempre più numerosi, ma anche alle cure per altre patologie tumorali, in particolare di globuli rossi, sono cambiate e soprattutto aumentate. Questo significa – la Lombardia ne è un esempio – che consumiamo molto più sangue e di conseguenza ne abbiamo a disposizione sempre meno per le altre regioni e per far fronte a situazioni di criticità improvvise conseguenti a carenze di sangue. A questo punto – secondo Tiziano Gamba - due sono le strade obbligate da percorrere: un maggior coordinamento, a cominciare proprio dalla Lombardia, tra Regione e Avis per individuare insieme - sulla base di monitoraggi e approfondite analisi dei consumi e delle esigenze - interventi più razionali ed efficaci e aumentare la base dei donatori. Perché ricevere sangue è un diritto, ma donarlo è un dovere civile. (02/08/2008)

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