Cronaca
Giovedì 05 Giugno 2003
Doping nel ciclismo, due direttori sportivi agli arresti domiciliari. 22 avvisi di garanzia
Tra gli indagati altri quattro bergamaschi: un biker di San Pellegrino e tre persone legate al mondo del ciclismo di Palazzago, Mapello e Brembate Sopra
E’ bergamasco uno dei due direttori sportivi del ciclismo a cui la Guardia di Finanza di Brescia ha notificato stamane un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, in seguito ad un’indagine rivolta a contrastare l’uso delle sostanze dopanti nel settore delle due ruote, che già aveva scatenato la bufera.
Si tratta di Olivano Locatelli, team manager della Landbouwkrediet (la squadra professionistica nella quale milita, tra gli altri, la rivelazione del Giro d’Italia Popovych). L’altro destinatario della custodia cautelare è William Dazzani, direttore sportivo della formazione femminile Team 2002. Sarebbero accusati di ricettazione per aver procurato ad atleti dei farmaci dopanti.
Nelle conversazioni telefoniche intercettate, l’obiettivo di Locatelli e Dazzani era quello di individuare sempre nuovi stratagemmi per evitare i controlli antidoping. Il reperimento dei farmaci dopanti, secondo quanto emerso dalle indagini, avveniva anche grazie alla complicità di infermieri in grado di sottrarli fraudolentemente dagli ospedali o di reperirli attraverso canali non ufficiali. Proprio l’essersi rivolti a questi canali ha comportato per Locatelli e Dazzani l’accusa di ricettazione.
In questa seconda fase dell’indagine sul doping sono una quarantina finora gli iscritti nel registro degli indagati della procura di Brescia. Fra gli ultimi iscritti e perquisiti anche il professionista Santo Anzà. Una parte vi è stata iscritta nella prima fase delle indagini. Si tratta dei ciclisti Antonio Varriale, Nicola Chesini, Domenico Romano, Giuliano Figueras, Filippo Perfetto. Oltre a loro, vi sono, sempre tra i primi indagati, Loredana B., la donna di Manerba nella cui abitazione erano state trovate le sostanze dopanti e Armando Marzano, ex poliziotto considerato dagli inquirenti un intermediario. Successivamente vennero indagati anche Stefano Garzelli, Roberto Sgambelluri, Faat Zakirov. I magistrati si occuparono anche di Gilberto Simoni. Gli atti relativi alla sua posizione vennero poi trasferiti a Trento dove successivamente si procedette alla archiviazione del suo caso. Sempre in questa fase delle indagini, nel mirino della procura di Brescia finì anche il medico sportivo Mario Vezzani.
Gli sviluppi più recenti delle indagini hanno portato le Fiamme Gialle a indagare più di venti persone residenti in varie regioni d’Italia. Si tratta di un infermiere di Argenta (Ferrara), una ciclista di Lunata (Lucca), una ciclista di Cesenatico (Forlì), un’altra di Trento.. Vi sono poi un medico di Cepagatti (Pescara), un altro medico di Bologna, un altro ancora di Rovello Carpugnino (Verbania), un biker dilettante di San Pellegrino Terme, dei persone legate al mondo del ciclismo di Palazzago, Mapello e Brembate Sopra, priviti cittadini di Chiari, Bottegone (Pistoia), Boretto (Reggio Emilia), un ciclista dilettante di Pozzo d’Adda, un ciclista dilettante di Saonara (Padova), un privato cittadino e un dilettante di Quarrata (Pistoia), un dilettante di San Nicolò di Rottofreno (Piacenza), un dilettante di Borgonovo Val Tidone e infine un medico di Torino.
(05/06/2003)
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