Dopo Expo, oggi si firma. Che ne pensi?
Ospiterà polo e campus tecnologici

Martedì 10 novembre il protocollo d’intesa per la riqualificazione delle aree Expo dovrebbe essere firmato a Milano - in coincidenza con l’arrivo nel capoluogo lombardo del premier Matteo Renzi - da governo, Regione, Comune di Milano, Arexpo (la società proprietaria dell’area), Università Statale e Assolombarda.

Lo Stato entrerà, probabilmente attraverso il ministero dell’Economia (e, più avanti, la Cassa depositi e prestiti), con un 25% della quote in Arexpo. Una parte dell’area sarà così occupata da alcune delle facoltà scientifiche dell’Università statale di Milano (che si trasferiranno da Città studi). E una parte sarà dedicata alla cittadella dell’innovazione che, secondo alcune anticipazioni di stampa, nei piani del governo è diventato un progetto molto più articolato: richiederà investimenti per 200 milioni e la guida sarà affidata all’Istituto italiano di tecnologia di Genova.

«Il governo - spiega al nostro giornale il presidente di Confindustria Lombardia Alberto Ribolla - ha dichiarato il suo orientamento ad entrare nel progetto, il che risolve tutta una serie di problematiche sul fronte burocratico e permette di sveltire le procedure». Si arriverà anche alla fusione tra la società Expo Spa e Arexpo. «Il tema “dopo Expo” - continua Ribolla - è nazionale e porterà benefici a tutto il Nord Italia e anche alla Svizzera, perché si va ad incastonare in un’area dell’Europa estremamente ricca e dinamica». Per il presidente di Confindustria Lombardia, è centrale il tema della governance, ed è chiaro che propende per un’ipotesi tipo Expo, con un «decisore» come è stato il commissario Giuseppe Sala: «L’importante è che non sia impastoiato in logiche da consiglio di amministrazione. Si è visto con Expo, quando è arrivato il commissario le cose hanno cominciato a funzionare». E aggiunge: «La società che gestirà il sito dovrà avere delle regole di governance alla Expo o alla Giubileo, come è giusto che sia per gli eventi straordinari, e questo è un progetto straordinario».

Cosa prevede in particolare? «Sin da subito abbiamo appoggiato il progetto di Assolombarda che si impernia sull’unione tra il mondo delle imprese e quello della ricerca, sul trasferimento della parte tecnologica dell’Università statale all’interno del sito con tutta una serie di infrastrutture che possono tradursi in un campus universitario, su un grande polo dell’innovazione integrato con il mondo della ricerca e dell’industria». E ci sarà spazio anche per un incubatore di start up. Ma per Ribolla è importante fare in fretta: «Bisogna partire immediatamente dopo lo smantellamento, perché quell’area non va lasciata non presidiata». Ribadisce il presidente di Confindustria Bergamo Ercole Galizzi: «Il patrimonio di Expo non deve andare disperso, va capitalizzato nella realizzazione di una cittadella della ricerca e dell’innovazione, delle grandi imprese e delle start up e del campus dell’Università statale».

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