Addio a Rita Borsellino, una vita
contro le mafie e per l’impegno civile

La sorella del magistrato ucciso dalla mafia nel ’92 si è spenta a Palermo: la visita a Bergamo nell’aprile 2016.

È morta a Palermo Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso dalla mafia nel ’92. Era malata e si trovava in terapia intensiva. Aveva 72 anni. Farmacista, dal 2009 al 2014 era stata europarlamentare eletta nelle liste del Pd.

Rita Borsellino, la minore dei quattro fratelli, è morta nel pomeriggio di mercoledì 15 agosto nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Civico di Palermo. Lo scorso febbraio era venuto a mancare il marito, Renato Fiore. Tre figli, Rita Borsellino si è battuta affinché si arrivasse alla verità sulla morte del fratello. Nel 2006, dopo dieci anni come vicepresidente di Libera, l’associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, si è candidata per il centrosinistra - dopo aver vinto le primarie - alla presidenza della Regione siciliana sfidando il governatore uscente Salvatore Cuffaro fu rieletto, ma Rita Borsellino ottenne oltre il 41% dei consensi. Eletta europarlamentare nel 2009, tre anni dopo si candida alle primarie per sindaco di Palermo ma viene sconfitta d’un soffio da Fabrizio Ferrandelli.

Lo scorso 19 luglio, nel ventiseiesimo anniversario della strage di via D’Amelio, spiegò che il modo migliore per portare avanti gli ideali di giustizia del fratello era l’impegno quotidiano di ognuno per ottenere la verità.

«Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Rita Borsellino, alla quale mi legavano sentimenti di vera amicizia e di condivisione. Con coraggio e determinazione, ha raccolto l’insegnamento del fratello Paolo, diventando testimone autorevole e autentica dell’antimafia e punto di riferimento per legalità e impegno per migliaia di giovani. Ai suoi familiari esprimo la mia vicinanza e la più grande solidarietà» ha dichiarato in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Rita Borsellino fu ospite della città di Bergamo nell’aprile 2016, due anni fa, in occasione della settimana dedicata alla lotta all’illegalità, che vide il coinvolgimento delle istituzioni locali, delle principali associazioni che lottano contro la mafia, della diocesi e del mondo della scuola. In quella settimana, grazie a Rita Borsellino, Bergamo divenne capitale dell’educazione alla legalità grazie all’impegno del Centro studi Paolo Borsellino, dell’oratorio di Borgo Santa Caterina e della Fondazione Papa Giovanni XXIII, con il sostegno del Comune di Bergamo, della Provincia e dell’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo. Una decina di appuntamenti, tra incontri, conferenze, interviste, spettacoli teatrali e testimonianze, con il coinvolgimento delle scuole superiori Caniana, Mascheroni e Natta fino all’Università degli Studi di Bergamo.

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