Effetto crisi: l’87% evita sprechi nel cibo
E oltre la metà degli italiani va al discount

La crisi ha inciso in particolare sui comportamenti di consumo delle famiglie (73%), non soltanto quelle con reddito più basso (il 90%), ma anche quelle di fascia alta (51%).

La tutela dei lavoratori è un elemento importante per le scelte di consumo alimentare degli italiani: 6 su 10 affermano che pur di andare incontro ad aziende rispettose del lavoro sarebbero anche disposti a spendere qualcosa in più quando vanno a fare la spesa. Lo evidenzia una ricerca sui consumi delle famiglie italiane condotta dalla Flai Cgil insieme a Tecnè e associazione Bruno Trentin e presentata a Expo. In base all’indagine - che ha coinvolto un campione di 6.000 casi rappresentativo della popolazione - 40,4 milioni di italiani hanno risentito negativamente della crisi, mentre 5,5 milioni hanno peggiorato la collocazione sociale di partenza rispetto al 2007.

La crisi ha inciso in particolare sui comportamenti di consumo delle famiglie (73%), non soltanto quelle con reddito più basso (il 90%), ma anche quelle di fascia alta (51%). Un cambio che si traduce soprattutto nell’evitare gli sprechi (87%) e nel cercare prodotti con migliore rapporto qualità/prezzo. Nel complesso, il 42% delle famiglie ha ridotto i consumi in termini di qualità del cibo che acquista, mentre il 58% fa la spesa nei discount. Il 56% delle famiglie a basso reddito, inoltre, acquista meno di quanto sia necessario e una su 5 si è rivolta alle istituzioni per avere un aiuto per fare la spesa. Gli acquisti restano comunque responsabili e caratterizzati da una vocazione etica (il 74% predilige generi alimentari che derivano da produzioni non inquinanti).

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