Falsi in bilancio al Gleno: 7 indagati

Sette indagati, due gestioni sotto accusa, falsi in bilancio – contestati – per svariati miliardi di vecchie lire. Sono i numeri di un’inchiesta su un biennio di conti – 2001 e 2002 – della casa di riposo di via Gleno. L’indagine, che ipotizza una serie di falsi finalizzati a far apparire sostenibile la situazione finanziaria dell’ente, tocca le amministrazioni presiedute da Gian Ambrogio Crevenna e Giovanni Pagnoncelli, entrambi iscritti nei registri della Procura.

GLI INDAGATI Con loro, compaiono anche altre cinque persone che, all’epoca dei fatti, avevano questi ruoli: Alberto Mazzoleni, membro del Consiglio d’amministrazione in tutte e due le gestioni; Angelo Premoli, ragioniere capo con Crevenna e anche con Pagnoncelli; Francesco Galasso, segretario generale con Crevenna e consulente legale con Pagnoncelli, quando segretario generale divenne invece Bruno Porrati, anch’egli indagato; e infine Sergio Bonetti, che era nel Consiglio di Pagnoncelli.

L’INCHIESTA

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Angelo Tibaldi, partirono in seguito a un esposto di due gruppi consiliari di Palazzo Frizzoni, i Democratici di sinistra (Ds) e la Margherita, che nella primavera dell’anno scorso depositarono il documento alla Corte dei Conti e alla Procura. La «denuncia» – a firma di Antonio Misiani, Elena Carnevali, Maddalena Cattaneo e Marco Brembilla – evidenziava irregolarità nei bilanci 2001. Il magistrato affidò le indagini alla polizia giudiziaria, sezione polizia di Stato. Gli investigatori partirono da quella segnalazione e passarono al setaccio i conti del Gleno, avvalendosi della consulenza di Mario Moschetti, segretario generale del Comune di Lecco.

LE ACCUSE

La contestazione è di falso in atto pubblico. Quattro episodi, due quand’era presidente Crevenna, gli altri con Pagnoncelli. Si parte del 2001 con una variazione di un miliardo e mezzo di vecchie lire al bilancio di previsione 2001, deliberata nella tarda mattinata del 31 dicembre di quell’anno e indicata come previsione di maggiore entrata. Secondo l’accusa, un artificio contabile per sistemare le conseguenze di quattro mesi di gestione fuoribilancio. Sempre nella stessa data, un’altra delibera, relativa al bilancio di previsione 2002, dava conto di un’altra preventivabile maggiore entrata di 648 mila euro, oltre a stime alterate sulle previsioni di entrate e spese per correnti per circa quattro milioni di euro.

C’è poi la gestione Pagnoncelli, alla quale gli inquirenti contestano irregolarità nel bilancio di previsione 2003 – dove venne fatta figurare un’entrata di un milione e mezzo di euro, inesistente, secondo l’accusa – e nel consuntivo 2002 (anche qui la cifra sfiora il milione di euro).

LA DIFESA

Gli indagati, assistiti dagli avvocati Paolo Pozzetti, Antonio Maria Galli e Andrea Pezzotta, ora stanno valutando la consulenza della Procura e affideranno la loro difesa a una memoria scritta. Va evidenziato che uno di loro – Sergio Bonetti, rappresentato dall’avvocato Pezzotta, era in carica soltanto da due settimane nel Cda di Pagnoncelli quando fu approvata la delibera contestata. L’avvocato Galli, che difende Crevenna, precisa che l’ex presidente respinge ogni addebito.

FEDERCONSUMATORI

I familiari dei pazienti della casa di riposo si sono affidati a Federconsumatori, rappresentata dall’avvocato Guido Vicentini, per intervenire nell’eventuale processo penale. Che, se dovesse essere celebrato, è probabile che sia trasferito davanti al Tribunale di Venezia per la presenza, tra gli indagati, di un giudice onorario: Francesco Galasso.

(07/06/2005)

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