Foppolo, il sì del giudice al sequestro delle quote

Doppia svolta ieri per la vicenda London Group, con sviluppi di un certo rilievo per il comprensorio dell’Alta Valle Brembana. Da un lato infatti il giudice del Tribunale di Bergamo Lucia Graziosi ha concesso agli ex proprietari degli impianti di risalita di Foppolo e San Simone, Franca Berera e Angelo Reali, il sequestro giudiziario da loro richiesto delle quote di proprietà della Foppolo Evolution Srl cedute in precedenza alla Financial London Group Sa; dall’altro è scaduto il termine per completare il preliminare d’acquisto delle sciovie di Carona, sempre da parte di Financial Sa, senza che nulla di nuovo sia intervenuto e, per i proprietari, la società di gestione Sci Spa, questo significherebbe l’annullamento dello stesso preliminare. Andiamo con ordine. La prima novità è quella relativa alla decisione del giudice di porre sotto sequestro la proprietà degli impianti. La richiesta era stata avanzata dagli ex proprietari, sulle quote cedute alla società lussemburghese, ritenendo che questa non avesse adempiuto ad alcune obbligazioni espressamente previste dal contratto d’acquisto, con violazione quindi dello stesso. Di contro la Financial Sa si era opposta al sequestro. Il giudice, sentite le parti in causa il 17 settembre, si era riservata di decidere: l’ordinanza è arrivata ieri alle parti. In sostanza il giudice ha accolto la richiesta di sequestro delle quote della Foppolo Evolution Srl (ex Sciovie Carisole Spa) cedute alla Financial Sa, in attesa di valutare appieno la questione. Il magistrato, nell’emettere l’ordinanza, ha comunque nominato un custode incaricato di gestire l’ordinaria amministrazione e, previa autorizzazione del giudice, anche la straordinaria. È stato incaricato il commercialista trentino Alberto Bombardelli.

Sempre ieri è poi scaduto il termine fissato dal giudice per completare il preliminare d’acquisto delle sciovie di Carona: la Financial London Group Sa aveva già versato una parte della quota dell’acquisto a settembre del 2003, quindi tutto si era arenato. Ieri, con la scadenza del termine, dalla Scia Spa è arrivato un unico commento: «La data di scadenza del preliminare era stata fissata da un giudice. Non c’è stato alcun seguito, quindi, a termini scaduti, ci sentiamo liberi da quel preliminare d’acquisto». L’architetto Gianfranco Quarti, amministratore unico della London Group Investment Found, società collegata alla Financial Sa e adibita al vero e proprio sviluppo delle zone acquistate materialmente da quest’ultima, ha invece precisato che col preliminare d’acquisto la Financial Sa, versando parte della cifra, ha espresso l’intenzione di portare avanti un progetto di rilancio. Avendo rilevato «un grave inadempimento dei promittenti venditori», di conseguenza «è stato messo in atto un contenzioso e, finché questo non sarà risolto, tutto resta aperto».

(01/10/2004)

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