Formai de mut, Cerea è il nuovo presidente

Il Consorzio dei produttori per la valorizzazione del Formai de mut Dop dell’Alta Valle Brembana, fondato nel 1997, ha un nuovo presidente per il triennio 2006: è Demetrio Cerea, funzionario della Coldiretti, componente di direttivo fin dalla costituzione del Consorzio. Si tratta di un ritorno, perché Cerea era stato nel ’97 il primo presidente del consorzio, mantenendo l’incarico fino a tre anni fa quando la presidenza è passata a Luigi Biffi (ora trasferitosi in provincia di Como per motivi di lavoro): ora resterà in carica per il triennio 2006-2009.L’elezione è avvenuta nel corso della prima riunione del nuovo consiglio direttivo consortile, a sua volta eletto dall’assemblea dei soci nello scorso mese di giugno. Il direttivo è composto da Italo Midali, Demetrio Cerea, Gianpietro Salvini, Silvano Busi, Alfio Cattaneo, Francesca Monaci e Roberto Cattaneo. Hanno presenziato alla riunione, in rappresentanza della Coldiretti provinciale che da sempre affianca il lavoro promozionale del consorzio, il vicepresidente Lucia Morali e il direttore Massimo Albano; quest’ultimo ha sollecitato la massima attenzione alla promozione del Formai de mut, immagine di eccellenza della produzione casearia regionale. Demetrio Cerea è stato candidato alla presidenza del Consorzio da Italo Midali, presidente della Latteria sociale casearia di Branzi che cura la stagionatura del Formai de mut di alpeggio: il direttivo si è espresso all’unanimità sulla proposta Midali. Si è poi proceduto all’elezione di Francesca Monaci a vicepresidente e di Umberto Pelizzoli a segretario. Il neopresidente ha reso noto che è prossimo alla conclusione l’accordo con la Comunità montana di valle per l’assegnazione di una sede consortile che dall’inizio del prossimo anno troverà collocazione insieme ad altre associazioni del settore agrario nell’ex sede del Consorzio agrario di Piazza Brembana: un punto di riferimento ed operativo per il Consorzio tutela del Formai de mut e per altri consorzi che dovessero nascere sul territorio per la valorizzazione di altre tipologie di produzione casearia tipica brembana, come il Branzi.(2410/2006)

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