Formigoni: da noi nessuna scuola chiuderà

In Lombardia non verrà chiusa nessuna scuola. E il tempo pieno continuerà ad essere assicurato a tutti quelli che lo richiedono. Sono i risultati dell’accordo raggiunto con il Governo, dopo il lavoro di queste settimane, resi noti dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in una conferenza stampa insieme al vicepresidente e assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni. "Abbiamo condiviso con il ministro Gelmini - ha detto Formigoni - la necessità - di un intervento razionalizzatore, che comunque potrà riguardare la Lombardia solo in misura molto esigua, e che è stato a buon conto rinviato all’anno prossimo". Sono infatti percentualmente pochissime, poco più dell’1% le situazioni di strutture sottodimensionate, quindi difformi dai nuovi parametri, su cui intervenire: 25 "autonomie" (le ex direzioni-didattiche) su 1305, cioè il 1,3% e 76 "plessi", cioè scuole, su 5000 (1,5%).AUTONOMIE - I parametri nazionali prevedono che possa esserci una dirigenza (quindi un’autonomia) con almeno 500 studenti (o 300 nelle zone di montagna). La Lombardia ha una media di 845 studenti per autonomia, precedendo la Toscana con 813, il Veneto con 797, e giù giù a scendere fino a Regioni che hanno poco più di 500 studenti per autonomia. "L’intervento di razionalizzazione - spiegano Formigoni e Rossoni - consisterà in pratica in qualche accorpamento, riguarderà dunque al massimo qualche dirigente in esubero, e in ogni caso non riguarderà l’erogazione del servizio, cioè lescuole e le classi". PLESSI - I plessi (cioè i punti di erogazione del servizio scolastico suddivisi per ordine e grado di scuola). Si sarebbero dovuti sopprimere quelli con meno di 50 alunni. In baseall’accordo con il ministro, invece, "l’intervento di razionalizzazione - come ha spiegato Formigoni - è rinviato al 2009, e per di più sarà basato non sulla semplice applicazione della soglia dei 50 alunni, ma su una serie di criteri e parametri correttivi da individuare in modo condiviso tra Regione, Stato ed enti locali, analizzando le situazioni caso per caso. Saranno quindi evitate operazioni che possano creare disagio alle persone o alle famiglIe ovvero che possano aumentare i costi di gestione per i Comuni". Esclusi quindi interventi sulle scuole dei comuni di montagna e su quelle dell’infanzia. E’ appunto facendo queste sottrazioni che i plessi sottodimensionati, sui circa 5000 della Lombardia, da prendere in considerazione per un eventuale intervento, sono 76.TEMPO PIENO - Non c’è pericolo e non ci sarà pericolo per il tempo pieno in Lombardia. Formigoni e Rossoni hanno spiegato che già ora usufruiscono del tempo pieno tutte le famiglie che lo richiedono, e sono il 40% contro una media italiana del 25%. E che per il futuro la situazione non è per nulla messa in discussione. Alla domanda di un giornalista: "I nostri lettori ci scrivono allarmati per il tempo pieno, cosa dobbiamo rispondere?", "Tranquillizzateli", ha risposto il presidente. "Chi necessita del tempo pieno per i propri figli, continuerà ad averlo".UNIVERSITA’ - Formigoni e Rossoni hanno anche parlato della situazione degli atenei. "Abbiamo lavorato con il ministro Gelmini - ha detto Formigoni - sul DL 180, che rappresenta un segnale importante di fiducia per l’università italiana. E’ stata accolta la proposta lombarda sulla distribuzione dei fondi (e nel 2009 ci saranno 86 milioni di risorse in più per il fondo ordinario). Ma soprattutto finisce l’esclusività del criterio della spesa storica per il riparto delle risorse: il 7% di queste sarà ripartito in base al merito. E’ una misura iniziale ma sul piano del principio è una vittoria straordinaria. Infatti il criterio della spesa storica è stata in tutti questi anni fonte di spreco e premio ai fannulloni o perlomeno ai meno efficienti". Formigoni e Rossoni si sono infine detti favorevoli al nuovo sistema dei concorsi, più trasparente, e allo stanziamento di 135 milioni per il diritto allo studi, che consentirà - per quanto riguarda la Regione Lombardia - di continuare ad assegnare una borsa di studio a tutti i richiedenti che ne hanno diritto, come succedeva già dal 2002, ma solo a costo di un grosso esborso di fondi propri della Regione.(16/11/2008)

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