Forse anche la sorella era nel mirino dell’agente di commercio che ha ucciso i genitori a Cassano

Si è salvata dalla strage di famiglia grazie alla sua freddezza e al suo coraggio. È quasi certo che nella pistola calibro 9 con la quale il fratello Marco Fagnani ha freddato i genitori sul divano di casa mentre stavano guardano la tv, c’era una pallottola che per lei. Al momento del duplice omicidio, consumato mercoledì pomeriggio, 26 gennaio, in un’abitazione di Cassano d’Adda, Daniela Fagnani, era in cantina. È salita in casa quando ha sentito i colpi d’arma da fuoco, in tempo per vedere il fratello con la pistola ancora fumante in mano, e i genitori riversi sul divano in un lago di sangue. Ha capito tutto e ha capito subito. Invece di abbandonarsi alla disperazione, diventando pure lei bersaglio della follia o della lucida premeditazione del fratello, ha tergiversato, ha cercato di calmarlo ed ha approfittato di quegli attimi di disorientamento per allontanarsi. Ha preso la macchina ed ha guidato fino alla caserma dei carabinieri. Il fratello Marco l’ha inseguita fino lì, quasi certamente con l’intento di concludere l’opera iniziata: una strage di famiglia.

Ed è sulla soglia della stazione dei carabinieri di Cassano che l’omicida è stato immobilizzato, disarmato e arrestato.

Ora si dovrà cercare il movente per capire se sia stato un raptus o un motivo ben preciso, ad armare la mano di Marco Fagnani, 46 anni, agente di commercio, inducendolo ad uccidere i genitori: il padre Pasquale, 79 anni, meccanico in pensione, e la madre Teresa Solcia, 74 anni, casalinga.

(27/01/2005)

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