Fuori pericolo l’omicida di Trezzo Sarà trasferito nel carcere di San Vittore

Sarà trasferito probabilmente entro la serata nel carcere milanese di San Vittore, Giuseppe Zabatino, l’ operaio trentenne di Cinisello Balsamo che ieri mattina, a Trezzo sull’Adda, ha ucciso a coltellate l’ex fidanzata Leonora Brambilla, di Mezzago, impiegata in un ufficio di via Brasca. Dopo l’omicidio l’uomo aveva tentato di togliersi la vita, con due pugnalate di un coltello a serramanico all’altezza dell’addome. Ma le ferite sono risultate piuttosto lievi: accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, Zabatino era stato ricoverato al Policlinico San Marco di Zingonia. Nonostante il tentativo di suicidio l’omicida dovrebbe cavarsela nel giro di 20 giorni, durante i quali basterebbero visite mediche all’interno della casa circondariale milanese. Intanto sono inoltre emersi particolari su quella lettera di quattro pagine, scritta a mano, ritrovata macchiata di sangue dai carabinieri sulla scrivania dell’ufficio al piano terra della palazzina di via Brasca 56/a, a Trezzo. Prima di sferrare la prima pugnalata a Leonora, Zabatino aveva consegnato la lettera alla ragazza, chiedendole di leggerla. Buona parte delle quattro pagine si rivolgerebbero in prima persona alla trentenne, con la quale l’operaio di Cinisello e di origine siciliana, aveva avuto una relazione tra il 1999 e il 2004: un elenco lunghissimo di ricordi legati al rapporto tra i due, di aneddoti e pensieri insistenti sul desiderio di Zabatino di riprendere i rapporti.

Confermata la sequenza del delitto: una prima pugnalata ha colpito Leonora in ufficio, altre tre le sono state inflitte nel cortile della sede della Confartigianato dove lavorava, e infine in strada. La salma di Leonora Brambilla è ancora a disposizione del magistrato Maria Speranza Mazza, della Procura di Milano, all’obitorio del capoluogo lombardo.

(21/07/2005)

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