Giallo di Costa Volpino: la parola a dna e perizie

Saranno l’esame del Dna e le perizie tossicologiche sul corpo di Nicoletta Pezzutti, 37 anni, di Costa Volpino, trovata morta martedì 27 luglio a Darfo, in stato di decomposizione, in un cassone parcheggiato nei pressi dell’oratorio della frazione di Montecchio, a fornire elementi agli inquirenti sulle cause del decesso, il luogo, ed eventualità responsabilità di terzi. L’esame del Dna, in particolare, servirà a fare una comparazione sul sangue della vittima ed eventuali tracce organiche sulle due siringhe usate trovate in una galleria sotterranea nella proprietà della comunità di recupero per persone con disturbi psichici «Al Castelletto», a Darfo.Nicoletta Pezzutti era in cura, per una forma depressiva, proprio in questa struttura, prima di sparire il 23 marzo scorso: e proprio qui si fermano le tracce della donna. Alcuni operatori avevano avvertito il compagno della donna il 23 marzo perché Nicoletta Pezzutti era sparita, non si era neppure presentata a una seduta terapeutica: nella sua stanza aveva lasciato cellulare ed effetti personali.

Stando alle ricostruzioni l’ultima volta che Nicoletta era stata vista era nella comunità seduta sui gradini dell’elegante ingresso, mentre fumava una sigaretta: erano le 16,30, da allora la donna era stata cercata ovunque, da subito, anche all’interno della proprietà della struttura, nell’area di Darfo, nei paesini vicini. Poi in tutta Italia. Martedì la tragica scoperta. E sulla morte regna mistero resta fitto: per il sostituto procuratore Mario Conte restano aperte tutte le ipotesi. Intanto, già da ieri i carabinieri di Breno e di Brescia hanno iniziato ad ascoltare le testimonianze di amici e conoscenti della donna di Costa Volpino. In attesa dei risultati del Dna, dell’esame tossicologico e della consegna dei tabulati telefonici del cellulare di Nicoletta si cerca di ricostruire gli ultimi spostamenti della donna.

(31/07/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA