Grazioli e Rossetti dai giudici
respingono le accuse di corruzione

È stata una difesa «arcigna», per contestare su tutta la linea con tanto di documenti e memorie l'accusa di corruzione, quella che hanno offerto negli interrogatori i due imprenditori bergamaschi, Sergio Grazioli e Ugo Amilcare Rossetti.

È stata una difesa «arcigna», per contestare su tutta la linea con tanto di documenti e memorie l'accusa di corruzione, quella che hanno offerto ieri negli interrogatori i due imprenditori bergamaschi, Sergio Grazioli e Ugo Amilcare Rossetti, finiti agli arresti domiciliari nei giorni scorsi nell'ambito dell'inchiesta milanese sui presunti appalti truccati per le colonie dei bambini.

I due sono stati chiamati a spiegare negli interrogatori di garanzia al gip di Milano, Maria Vicidomini, quelle «triangolazioni» sui conti delle loro società che, secondo la Procura, hanno creato una tangente da 150 mila euro, che sarebbe andata in parte all'ex funzionario del Comune di Milano Patrizio Mercadante per favorire l'assegnazione degli appalti all'ex manager della Cisl bergamasca, Dario Zambelli.

Con Grazioli e Rossetti era stato arrestato anche l'imprenditore bresciano Ivan Aureliano Montini. E se quest'ultimo ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al giudice, Grazioli ha chiarito di aver ricevuto solo versamenti da Mercadante a saldo di un debito, mentre Rossetti ha spiegato che la sua società è stata in pratica «truffata» da tutti nell'affare degli appalti sulle colonie.

Grazioli, immobiliarista della Brixia Investments, è rimasto davanti al giudice, assistito dall'avvocato Alfredo Quattrocchi Rosmi Gervasoni, per un paio d'ore, alla presenza anche dei pm Tiziana Siciliano e Grazia Pradella.

Anche Rossetti è rimasto davanti al giudice per due ore.

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