Habemus il mais brembano?
Si studia quello coltivato a Lenna

Lo si cercava da mesi, con annunci e progetti. Ed era lì, all’inizio dell’alta valle. L’antico mais brembano, quello che un progetto del Comune di Cusio cercava per valorizzare ancora di più mulini e polenta di casa nostra, è stato finalmente trovato.

Per caso. Per una visita che Paolo Valoti, studioso dell’Unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo, ha fatto nei giorni scorsi all’amico Ferdy di Lenna, nell’omonimo agriturismo. Poco distante, in località «Sotto la corna» di Lenna, c’è la straordinaria abitazione di Carlo Begnis, 78 anni, ex operaio alla Manifattura di Zogno, contadino come genitori e nonni. La sua casa, antichissima, è letteralmente incastonata nella roccia, uno spettacolo.

Dentro l’oro giallo, quello che, per la Valle Brembana, potrebbe costituire un’ulteriore preziosissimo tesoro da sfruttare in termini gastronomici-turistici-culturali, insieme ai super formaggi Principi delle Orobie, e a tutto il resto che in questi anni si sta producendo, dallo zafferano alle mele.

Valoti ha scattato decine di foto e si è preso una serie di pannocchie da portare all’Unità di ricerca, da analizzare, da studiare, da riseminare. Habemus il mais brembano? Pare proprio di sì, sostiene lui. Ma siamo ancora all’inizio, molto all’inizio.

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