I medici di famiglia «chiusi» fino a lunedì

Ieri gli ospedalieri, oggi i medici di famiglia, i cui ambulatori resteranno chiusi per l’intera giornata in segno di protesta contro la politica sanitaria del governo. Un fine settimana di disagi, dunque, per gli utenti del Servizio sanitario nazionale, visto che, urgenze a parte, non potranno recarsi dal proprio medico fino al prossimo lunedì.

Sebbene indetto da 42 sigle sindacali, lo sciopero del personale in servizio negli ospedali (dirigenti medici, veterinari, sanitari, tecnici amministrativi, professionali e specializzandi) ha registrato, nel complesso, un’adesione molto più bassa di quanto avvenuto per le precedenti astensioni dal lavoro. Davvero minima all’interno dei reparti, l’adesione allo sciopero è stata comunque più alta nei servizi rivolti all’utenza esterna, di fatto la più penalizzata.

Così come gli ospedalieri, i medici di famiglia protestano - come si legge nel manifesto pubblicato per l’occasione - «per avere finanziamenti adeguati contro il degrado del Servizio sanitario nazionale; perché la tutela della salute sia garantita con equità e solidarietà in tutto il Paese, contrastando la frammentazione dei diritti in tanti e diversi sistemi sanitari regionali; per l’apertura e la rapida conclusione dei rinnovi contrattuali e delle convenzioni scaduti da tre anni e la stipula dei contratti di lavoro degli specializzandi; per migliorare la qualità e l’efficacia del servizio sanitario pubblico, basato sulla centralità dei diritti del cittadino e sulla valorizzazione del ruolo tecnico-professionale, sociale e civile dei medici e di tutti i professionisti del Servizio sanitario nazionale».

«Volevamo scioperare per un’intera settimana - ha fatto sapere Mario Falconi, il segretario nazionale della Fimmg, il maggior sindacato di categoria -, ma il codice di autoregolamentazione non ce lo permette e perciò sciopereremo soltanto il 4 giugno. Per ora. Segnerà un punto di svolta nella strategia della protesta sindacale, che da quel giorno coinvolgerà sempre più sia i medici sia i cittadini, fino a quando la vertenza sarà positivamente conclusa».

(04/06/2004)

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