Il comunicato del Cdr de «L’Eco di Bergamo»

Il nostro nuovo contratto nazionale di lavoro, il vostro diritto ad un’informazione libera e corretta: il nostro sciopero. Cosa c’entra il nostro contratto di lavoro con il diritto del cittadino ad una libera e corretta informazione? Tutto. Dallo scorso febbraio siamo impegnati nell’importante rinnovo del nostro contratto. Purtroppo, la nostra trattativa non è potuta decollare a causa delle intransigenti posizioni degli editori Fieg che, da un lato, non vogliono discutere del futuro della nostra professione e, dall’altro, puntano solo ad introdurre forme di flessibilità non contrattata con l’unico obiettivo di abbassare il costo del lavoro e generare maggiori utili. Accettare la situazione significherebbe per i giornalisti accettare pericolose forme di precariato del lavoro, con modelli organizzativi che tendono a spostare l’attività giornalistica all’esterno delle redazioni e con condizioni economiche peggiorative. Tutte situazioni che esporrebbero la nostra attività professionale a pressioni di ogni tipo fino alla possibilità di restare ostaggi dentro e fuori delle redazioni. E in gioco e a serio rischio, ci sarebbero non solo i nostri posti di lavoro, ma anche la libertà e la correttezza dell’informazione. Ecco perché noi giornalisti scioperiamo e i giornali non saranno in edicola. Scioperando noi vogliamo difendere il nostro contratto, la nostra professione e con essi il diritto ad una libera e corretta informazione. A sostegno del nostro rinnovo contrattuale, che è anche un’importante battaglia civile (la libertà di stampa e di informazione è sancita dalla Costituzione italiana all’art.21) chiediamo la solidarietà delle istituzioni, delle associazioni, degli enti, delle organizzazioni e di tutti i cittadini. Invitiamo nel contempo tutti quegli editori che non si riconoscono nelle posizioni oltranziste portate avanti da alcuni esponenti della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali) a fare pressione nella loro Federazione affinché il tavolo del dialogo contrattuale si riapra per il bene di tutti. Noi, per quello che ci compete, ci impegneremo a fare lo stesso all’interno della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) e, nel contempo, nel nostro impegno giornalistico quotidiano.Il Comitato di redazione
de «L’Eco di Bergamo»

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