«Il mio Natale in missione qui in Libano»
Su L’Eco intervista al parà bergamasco

Da piccolo giocava con i soldatini, li legava con lo spago ai sacchetti di plastica e li lanciava dal balcone di casa. Ora i lanci li fa davvero perché è un parà della Folgore. E a 24 anni è già in missione, in una terra che scotta.

Lui è Tommaso Gallarati, un gigante alto un metro e 90, cresciuto fra studi, tattica, rigore e sport. Ma lui è soprattutto l’unico bergamasco del contingente militare di Unifil in Libano e probabilmente anche il più giovane. L’inviato de L’Eco di Bergamo, Emanuele Roncalli, lo ha incontrato ad Al-Mansouri nella Base 1-26 affacciata sul Mediterraneo, a soli quindici minuti di auto dalla Blue Line che separa il Libano da Israele.

Nel reportage si racconta come vivono questi giorni di attesa del Natale i caschi blu italiani dislocati in vari punti nel Sud del Libano impegnati in una missione di pace. Nella Base di Shama non mancano il tradizionale presepe e alberi addobbati, ma il pensiero costante è il mantenimento della pacifica convivenza fra la popolazione formata da diverse etnie e di diverse fedi.

A mantenere alta la tensione, la presenza di un milione di profughi siriani e oltre 200mila palestinesi, mentre le parole di Trump su Gerusalemme capitale di Israele hanno innescato nuove proteste e violenze nella polveriera mediorientale.

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