Il piccolo Francesco morto per un’otite
Donati gli organi, salvati tre bambini

Omicidio colposo: è l’ipotesi di reato per cui sono indagati il dottor Massimiliano Mecozzi, 54 anni, di Fano (Pesaro-Urbino), e i genitori di Francesco, il bambino di sette anni morto sabato all’ospedale «Salesi» di Ancona per un’otite curata solo con preparati omeopatici.

L’inchiesta è condotta dalla Procura di Urbino, che ha disposto la perquisizione nella casa del medico, considerato un luminare della medicina omeopatica, con una nutrita clientela che riceveva in due studi medici, uno a Pesaro, l’altro a Fano. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno sequestrato farmaci, telefoni, computer e ricettari, notificandogli l’avviso di garanzia.

Avviso di garanzia anche per i genitori, una coppia di commercianti di Cagli, che ha altri due figli più piccoli: a casa loro sono stati prelevati farmaci e telefonini. Uno dei nonni del bambino aveva annunciato l’intenzione di denunciare il dottor Mecozzi, che seguiva Francesco da qualche anno somministrandogli medicine omeopatiche con cui lo aveva trattato per altre otiti. La posizione dei genitori è anche al vaglio anche del Tribunale minorile di Ancona, in relazione ai due figli più piccoli. La notifica dell’avviso di garanzia mette tutti e tre in condizione di nominare dei consulenti per l’autopsia fissata per la giornata di lunedì. Grazie a Francesco, che ha donato gli organi per scelta dei genitori, altri tre bambini si sono salvati. «Oggi è la Giornata delle Donazioni e spero che Francesco ne diventi il simbolo», dice la direttrice del Centro regionale trapianti, Francesca De Pace.

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