Il Pirellone: 250 milioni fino al 2016
per il reddito di cittadinanza

Il presidente Maroni: «È rivolto solo ai cittadini, ovvero coloro che hanno cittadinanza italiana ed europea».

«Con la legge di assestamento di bilancio, la cui approvazione è prevista a fine luglio, metteremo risorse importanti con cui finanzieremo la sperimentazione del reddito di cittadinanza che vogliamo far partire dal 1° ottobre per estenderla all’ultimo trimestre del 2015. Grazie al lavoro dell’assessore Garavaglia abbiamo trovato 50 milioni di euro per finanziare i primi tre mesi di sperimentazione, per finanziare il complesso di misure, risorse che si aggiungono a quelle del fondo sociale europeo». Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, nel corso del suo intervento nell’aula del Consiglio Regionale sulla proposta di reddito di cittadinanza.

«Non si tratta - ha continuato - di una misura una tantum, per cui sappiamo già di avere a disposizione risorse adeguate per tutto il 2016, circa 200 milioni, ovvero 50 milioni a trimestre. Per cui metteremo complessivamente 250 milioni di euro per coprire le misure del reddito di cittadinanza dal 1° ottobre 2015 al 31 dicembre 2016, sono soldi che vogliamo spendere bene e spendere tutti per combattere l’esclusione sociale e fare misure attive di inclusione sociale per aiutare coloro che sono in difficoltà e sono tanti anche qui in Lombardia. A queste risorse vanno aggiunti i 227 milioni del Fondo Sociale Europeo, spalmati però sui sei anni dal 2014 al 2020, e tutte queste risorse ci permettono di effettuare un intervento molto incisivo».

«Naturalmente la gestione di queste iniziative va ispirato al principio di sussidiarietà, coinvolgendo - ha specificato Maroni - i soggetti che operano, ovvero i sindaci dei nostri comuni, che sono quelli che effettuano le prestazioni di carattere sociale, è il mondo del volontariato: questi due settori saranno coinvolti nella gestione delle misure che noi andremo a definire. Ho parlato di reddito di cittadinanza perché è rivolto solo ai cittadini, ovvero coloro che hanno cittadinanza italiana ed europea, perché questa sono le condizioni previste dal Fondo Sociale Europeo, e quindi questa misura non coinvolge coloro che non hanno la cittadinanza».

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