Il vescovo alla Messa dell’Immacolata:
l’amore di Dio rinnova la dignità dell’uomo

La basilica di Santa Maria Maggiore ha regalato lunedì 8 dicembre ancora una volta ai turisti la sua bellezza nella preziosità delle opere artistiche e delle architetture.

In occasione della solennità dell’Immacolata concezione nella basilica si è celebrata la Messa solenne presieduta dal vescovo monsignor Francesco Beschi, accompagnata dall’organo e dal canto della Cappella musicale. Il vescovo, all’inizio della celebrazione, ha salutato il sindaco Giorgio Gori, il presidente della Fondazione Mia e i suoi collaboratori presenti nei banchi e ha espresso la gioia di vivere la celebrazione con i giovani studenti di Teologia del Seminario. «Viviamo questa festa in onore di Maria venerata nella sua immacolata concezione, preservata dal peccato originale - ha sottolineato il vescovo nell’omelia -. Nel racconto della Genesi l’uomo nella sua condizione di libertà si sottrae radicalmente ad una relazione di fiducia e cade nel peccato».

Monsignor Beschi ha guardato poi all’uomo d’oggi, con le sue fatiche e le sue incoerenze. «Il grande dramma dell’uomo contemporaneo è se fidarsi o non fidarsi di Dio e degli altri. È la questione che pervade ogni scelta quotidiana». La questione della fiducia e della dignità accompagnano lo sguardo dell’uomo su ogni altro uomo. «L’affermazione della nostra dignità è custodita dal riconoscimento dei diritti fondamentali di ogni uomo. Il rischio oggi è separare il riconoscimento dei diritti da una condizione seria e impegnativa di una relazione fiduciale che nessuna legge può imporre, ma che scaturisce da un intimo convincimento e da una personale convinzione».

La pagina del Vangelo che narra l’Annunciazione è specchio di questa fiducia. «Maria ha detto “Mi fido” e noi, a nostra volta, siamo chiamati a mettere in gioco la nostra responsabilità». Il vescovo ha invitato a rileggere, su questo tema, le parole che Papa Francesco ha rivolto al Parlamento europeo a Strasburgo il 25 novembre scorso. «La radicale affermazione della dignità dell’uomo non è separabile da relazioni impegnative. La bellezza di Maria e la sua lontananza dal peccato sono un messaggio a noi e a coloro ai quali la dignità è tolta».

La solennità di ieri ha invitato a guardare a Maria e alla sua immacolata concezione riconoscendosi peccatori. «Il peccato è una cosa seria - ha continuato monsignor Beschi - e non solo dal punto di vista morale, ma dal punto di vista esistenziale perché svuota una relazione fiduciale con Dio e con gli altri». Il vescovo ha accennato a quello che oggi destabilizza e preoccupa la società umana. «Siamo disorientati da una corruzione diffusa che appare sempre più sorprendente e sconcertante. Il virus della corruzione nasce dal peccato originale, da una visione della vita tutta concentrata su di noi. È l’amore di Dio quello capace di ristabilire la dignità d ogni persona umana. In questa festa riconosciamo la nostra vocazione ad essere amati, trasformati dall’amore e dalla bellezza».

Al termine della celebrazione monsignor Beschi si è rivolto all’assemblea, invitando tutti a lasciarsi ispirare dalla bellezza nel cammino della propria vita. «Questa celebrazione - ha concluso - vuole rappresentare anche la primizia degli auguri natalizi che ci scambieremo nei prossimi giorni.

Monica Gherardi

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