Il vescovo alle Forze Armate:
«Costruttori di pace e libertà»

Riconoscenza e ringraziamento per il servizio svolto con dedizione nel territorio bergamasco e per il contributo alla costruzione della convivenza umana e della pace. E' quanto ha espresso il vescovo monsignor Francesco Beschi alle Forze armate e alla Polizia, riunite questa mattina nella chiesa di San Bartolomeo per la celebrazione del precetto pasquale, alla presenza di oltre 250 persone, fra le quali il vicesindaco Ebe Sorti Ravasio, l’assessore provinciale all’Agricoltura caccia e pesca Luigi Pisoni, il questore Dario Rotondi e il procuratore capo Adriano Galizzi.

All’omelia monsignor Beschi ha sottolineato che celebrare la Pasqua «è un dono per la nostra libertà. Pasqua è il passaggio dalla morte alla vita, un passaggio provocante perché per il cristiano dalla morte nasce la vita. Questa è la novità di Gesù Cristo che interpella la nostra fede, intelligenza e libertà». Il vescovo ha ricordato la visione di libertà insita nella cultura contemporanea. «Il Signore ci dice. “La verità vi farà liberi”. È un appello da accogliere, fare nostro e testimoniarlo. Oggi invece c’è il diffuso sospetto che la Chiesa e la comunità cristiana sono un ostacolo alla libertà e che essere cristiani significa rinunciare alla propria libertà e ostacolare quella degli altri. No, in ogni angolo del mondo, da sempre, i cristiani si sono impegnati nella costruzione della libertà totale dell’uomo, perché testimoniano che la morte e la risurrezione di Gesù Cristo sono offerte per la nostra libertà. Si avverte anche l’ostilità tra verità e libertà, quasi che cercare la verità diventi limite alla libertà. Invece, nella persona di Gesù Cristo la vera libertà dell’uomo: questa scoperta ha conseguenze sulla vita dell’uomo e del cristiano, chiamato a testimoniare la libertà di Cristo offerta a tutti. Non disprezziamo l’appello a crescere in umanità e libertà».

«Carissimi — ha detto il vescovo —, il vostro lavoro nella società e nel mondo fa crescere la convivenza tra i gli uomini, perché diventi ordine, rispetto e pace, cioè le condizioni che guidano la vita»

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