Il vescovo Beschi: «Il Papa ci sollecita
ad affrontare i cambiamenti»

Gioia ed emozione per la presenza a Milano di Papa Francesco. Quale altra parola può contraddistinguere questa visita? La visita di Papa Francesco a Milano si pone soprattutto sotto il segno della speranza che caratterizza il suo magistero e la sua testimonianza.

Il coraggio di Papa Francesco e la sua capacità di smascherare ipocrisie consolidate non vanno solo in direzione della denuncia, ma aprono varchi, percorsi, invitano ad «uscire». Il suo è un coraggio che sa soprattutto offrire e alimentare ragioni di speranza. Perché questo sia ancora più credibile Papa Francesco parte dalle situazioni più disperate. I suoi gesti, che si manifestano fisicamente, come un abbraccio o una carezza, diventano segni che ci provocano e annunciano la speranza.

L’effetto della visita sarà importante anche per le altre diocesi della nostra terra lombarda?«Di fatto con Milano Papa Francesco incontra anche le Chiese lombarde. Una visita che vuole fare nel suo stile, attraverso i luoghi posti nel programma, proprio seguendo passi di speranza, che sono quelli che sta tracciando per il mondo».La visita a Milano ha indubbiamente una ricaduta anche sulla Chiesa di Bergamo. Anche dal punto di vista dei numeri la nostra sarà una presenza significativa. Con quale volto le Chiese lombarde lo incontrano?«Il mondo lombardo presenta caratteristiche sue proprie che sono soprattutto un’intraprendenza determinata e una radicata solidarietà. Una solidarietà che oggi viene provocata dalle migrazioni e dai mutamenti economici. La nostra regione, e in modo significativo anche la nostra città di Bergamo, sono una rappresentazione efficace di quanto sta avvenendo nel nostro Paese e nel mondo».

Consegniamo quindi al Papa una Lombardia «scossa» dal punto di vista economico e sociale?«La ricaduta della visita di Papa Francesco sarà una sollecitazione forte ad affrontare coraggiosamente, e insisto su questo avverbio, le realtà che ci interpellano e i cambiamenti che ci coinvolgono. Lo stesso Pontefice sostiene l’intraprendenza, convogliata però verso obiettivi precisi che sono quelli di un’umanità solidale capace di tenere dentro tutti, anche i più deboli».

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