Imprenditore russo truffato al barin due borse un milione di euro falsi

Un bar nel centro di Bergamo ha fatto da scenario ad una truffa ben organizzata ai danni di una multinazionale russa con sede a Mosca. La truffa ha fruttato un milione e 210 mila euro e ha come protagonisti un serbo, denunciato a piede libero insieme alla moglie e ad un padovano: a loro il vicepresidente dell’azienda russa avrebbe consegnato la merce, pagata in contanti nel bar bergamasco con banconote che poi si sono rivelate false. Ed è scattata la denuncia. L’accaduto risale all’8 febbraio scorso quando il vicepresidente dell’azienda russa, arrivato in Italia per chiudere una trattativa che durava ormai da oltre sei mesi, ha sporto denuncia in questura. L’uomo, guidato da un intermediario di nazionalità serba, avrebbe dovuto vendere ad una fantomatica azienda bergamasca 20 chilogrammi di polvere di rame e 16 di polvere di zinco, da utilizzare da parte di industrie informatiche, cosmetiche e farmaceutiche.
L’intermediario serbo, residente a Trento, regolare, rappresentante legale di una società che si occupa della compravendita di materiale chimico e ferroso con sede alle Isole Marshall, ha accompagnato il cliente russo a Bergamo, all’incontro con il compratore, un padovano di 61 anni, già noto alle forze dell’ordine, che si è presentato come emissario dell’azienda bergamasca. Quando questi ha verificato il materiale da acquistare ha consegnato i soldi all’imprenditore russo in due borsoni. Quando l’uomo si è recato in banca a depositare, però, ha scoperto che i soldi erano falsi ed è scattata la denuncia.

(04/04/2007)

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