In kayak tra i ghiacci del Diavolo
L’impresa di «Geko» a Carona

Di sicuro, qui, sono stato il primo. Ma che freddo, ragazzi. E ancora quanta neve, tantissimo ghiaccio. Mai visto a fine luglio!». Alessandro Gherardi, 41 anni, di Zogno, conosciuto in Val Brembana come Geko e per essere il primo canoista di Brembo kayak, ne ha combinata un’altra delle sue.

«Di sicuro, qui, sono stato il primo. Ma che freddo, ragazzi. E ancora quanta neve, tantissimo ghiaccio. Mai visto a fine luglio!». Alessandro Gherardi, 41 anni, di Zogno, conosciuto in Val Brembana come Geko e per essere il primo canoista di Brembo kayak, ne ha combinata un’altra delle sue (imprese): venerdì alle prime luci dell’alba s’è portato la canoa fino ai 2.140 metri del lago del Diavolo, sopra il rifugio Longo, territorio di Carona. Per una pagaiata decisamente poco canonica.

Così, per due ore, lo spettacolare laghetto nel quale si specchia il monte Aga è diventato per lui un fiordo orobico. La «scusa» di portare in salvo una marmotta sconsolata sola su un blocco di ghiaccio in mezzo al lago non tiene proprio. «Tutta “colpa” di Enzo Migliorini, il rifugista del Longo - spiega Gherardi, che già alcuni anni fa tentò l’attraversata scialpinistica delle Orobie -. Da tempo mi chiedeva di poter avere delle foto del laghetto del Diavolo con la mia canoa dentro. Quest’anno era la volta buona: di neve ne è scesa tantissima e sull’acqua ci sono ancora enormi blocchi di ghiaccio che non si sono sciolti. È la conseguenza della grande quantità di neve scesa quest’inverno ma soprattutto delle valanghe scaricate dal monte Aga, da un canalone sempre all’ombra».

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