In Lombardia ripartite le somministrazioni con Astrazeneca. «Anche per la prima dose»

Attraverso una circolare inviata martedì 27 aprile alle Ats lombarde, la direzione generale Welfare della Regione Lombardia ha informato «di aver avuto assicurazioni dalla Struttura Commissariale circa l’imminente fornitura di vaccini AstraZeneca».

«Tale fornitura - prosegue la nota - sarà sufficiente ad assicurare il completamento delle seconde somministrazioni programmate per le prossime settimane sull’intero territorio regionale».

«In virtù di questa nuova fornitura pertanto - conclude la circolare - possono riprendere, da martedì 27 aprile, le somministrazioni del vaccino AstraZeneca anche come “prima dose”, nel rispetto delle indicazioni per categoria precedentemente emanate».

Intanto il più grande lotto di vaccini arrivato finora in Italia in un colpo solo - 2,2 milioni di dosi di Pfizer, tra martedì e mercoledì - può rilanciare la campagna che negli ultimi giorni ha un po’ segnato il passo dopo i record di quelli precedenti (335 mila e 263 mila somministrazioni rispettivamente domenica e lunedì). Sono stati superati i 20 milioni di dosi distribuite alle Regioni, che ne hanno inoculate circa il 90% e ora tornano a rischiare la penuria.

In 7 giorni arriveranno 5 milioni di dosi, altri 15 milioni per metà maggio, 31 a giugno, secondo stime del Commissariato all’emergenza, che crede ancora possibile a breve l’obiettivo di mezzo milione di iniezioni al giorno. Intanto sono oltre 13 milioni gli italiani vaccinati con almeno una dose, il 21,7% della popolazione. Un livello di protezione parziale o totale, c’è da notare, che la Gran Bretagna aveva raggiunto a febbraio, in pieno lockdown duro, mentre in Italia si è riaperto gran parte del Paese da due giorni.

Tra i cittadini che hanno ricevuto almeno una dose c’è il 65,5% degli over 70: un segno chiaro dell’accelerazione della campagna. Secondo Roberto Cauda, infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma, «bisognerà aspettare fine maggio per vedere l’impatto delle vaccinazioni sui contagi e le vittime, la prima decade di maggio per vedere quanto le riaperture incidono sui contagi».

«Secondo diversi modelli matematici raggiungeremo l’immunità di gregge in autunno», aggiunge il professore. Ad ottobre, proseguendo all’attuale ritmo di vaccinazioni.

Intanto Janssen, produttrice di Johnson&Johnson, riconosce un ruolo causale del suo preparato monodose in casi molto rari di trombosi, per i quali è stato bloccato negli Stati Uniti. E dagli Usa arriva un dato preoccupante: oltre 5 milioni di persone non si sono presentate per la seconda dose di Pfizer o Moderna - i vaccini di gran lunga più impiegati -, l’8% di chi ha ricevuto la prima. I motivi principali: paura degli effetti collaterali o l’idea di essere già abbastanza protetti.

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