Incidenti di Atalanta-Verona arrestati «Bocia» e «Rosso»

Domiciliari per i due capi ultrà, leader della Nord

Arresti domiciliari per due leader della Curva Nord, Claudio Galimberti, detto «Bocia», e Gianluigi Pressiani, meglio conosciuto come «Gigi Rosso». Il provvedimento, eseguito dagli agenti della Digos, è in riferimento agli episodi avvenuti sabato 4 settembre, nel prepartita di Atalanta-Verona, primo incontro di campionato.

Quel sabato decine e decine di ultrà piombarono alle spalle dei poliziotti che vigilavano sui cancelli chiusi della Curva Pisani e con minacce e lanci di oggetti indussero i responsabili dell’ordine pubblico a far arretrare i reparti per evitare lo scontro fisico. Come ultimo atto vennero poi aperte le porte ai tifosi rimasti fuori, molti dei quali senza biglietto. «I provvedimenti contro gli ultrà dell’Atalanta che sono stati assunti dalla Procura della Repubblica difendono il principio per cui nessuno può considerare la zona circostante allo stadio come spazio di

impunità prima, durante e dopo le partite». Questo il commento del vice questore di Bergamo, Alfredo Addato, che ha spiegato i fatti accaduti allo stadio.Le imputazioni a carico di Pressiani e Galimberti vanno dalla resistenza e violenza a pubblico ufficiale, al danneggiamento aggravato, fino alle minacce aggravate dal concorso di persone in tutto o in parte mascherate. «Gli ultrà - ha aggiunto Addato - sembrano non capire e certamente non concepiscono la presenza della polizia nell’area esterna della curva Nord, applicando così un ben strano concetto di extraterritorialità. Infatti, in quell’occasione, ad irruzione già avvenuta, in diverse decine tornarono sui loro passi intimandoci di andarcene. Avremmo potuto ordinare una carica, ma abbiamo temuto il peggio per noi e per gli altri. Quindi abbiamo scelto di perseguire i responsabili in sede investigativa». Come si ricorderà i fatti avvenuti prima di Atalanta-Verona portarono il questore, Salvatore Longo, a chiedere la revoca dell’agibilità dello stadio e della proroga all’attuazione delle misure di sicurezza in conformità al decreto Pisanu. Una richiesta poi rientrata ma rispetto alla quale la vicenda odierna apre un nuovo capitolo: «Siamo certi - ha concluso Addato - che la decisione della Procura avrà inevitabilmente ripercussioni anche sui rapporti con la tifoseria. Ma non si poteva più accettare che lo stadio diventasse, in certi momenti, secondo qualcuno, estraneo alla città».

È la seconda volta che in Italia (la prima a Roma nei confronti di un tifoso laziale) vengono disposti arresti domiciliari per presunte violenze di stadio. .(27/09/2005)

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